Accettero’ una foglia, un fiore, un frutto

{jcomments on}22 Maggio 2009

 

  Importanti precisazioni sui Veda e il latte

   

   Ciao V, In merito alla tua tesina del 18 maggio, La patologica religione del latte, posso confermarti che 

   gli induisti non sono tutte persone così dogmatiche, e che sono d’accordo con la precisazione che hai  

   fatto in tale tuo scritto.

Io stessa sono Induista Vaishnavista, eppure ho scelto di non assumere latticini, convinta della loro incompatibilità con la salute umana e dall’anti-eticità dei produttori, inevitabilmente coinvolti direttamente o indirettamente con l’orribile business dei macelli.

 

I tempi cambiano anche per i Veda, ed esiste pure l’evoluzione, sempre salvando i buoni princìpi

 

 

   Allo stesso modo, conosco tante persone Vaishnava che consumano latticini in modestissime quantità, sempre per i suddetti motivi. E’ pur vero che i Veda non disdegnano in molti shloka tale consumo, mentre sempre condannano carne, pesce e uova.

C’è pure da dire che le cose cambiano e che ai tempi vedici le mucche erano allevate con infiniti riguardi.

Esse producevano modeste quantità di latte in esubero, che potevano eventualmente essere consumate in minime porzioni.

 

Nessuna divinità di nessuna religione verrebbe mai a benedire gli allevamenti odierni.

Gli unici cibi che possono essere offerti al Signore non comprendono affatto il latte.

 

   Sfido una qualsiasi divinità venire oggigiorno a benedire gli allevamenti di mucche così come sono, per garantire l’enorme produzione mondiale di oro bianco.

Questa è pura follia, e folli sono infatti gli esiti che tutto ciò produce.

In ogni caso, uno shloka della Bhagavad Gita, il maggior libro Veda esistente, sancisce apoditticamente ed elenca gli unici cibi che possono essere offerti al Signore.

   Questo shloka  (Bhagavad-gita 9.26) recita esattamente così:

 

                                             Patram puspam phalam toyam

                                             yo me bhaktya prayacchati

                                            tad aham bhakty-upahritam 

                                              asnami prayatatmanah 

 

(Se qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o dell’acqua, accetterò la sua offerta).

 

– 2 –

 

Durante la visita ai Templi, può succedere. Ma un latticino non schifa come un cadavere.

 

Dio, la Persona Suprema, si esprime così, dicendo che può accettare solo questo tipo di offerte.

Non parla né di latte, né di carne, né di pesce, né di uova.

Queste sono le parole a cui io mi attengo.

E’ pur vero che se, durante le mie visite ai Templi, qualche volta mi capita di mangiare un cibo contenente qualche latticino, non mi schifo come se contenesse un cadavere.

E rimane pur sempre un episodio isolato che non credo possa nuocere alla mia salute.

 

Un ringraziamento e un complimento alla Priscilla per la sua gentilezza

 

Una ultima  precisazione riguarda i dati storici.

Il più antico testo vedico risale al 2200 a.C. e vi si parla di fatti accaduti più di 5000 anni fa.

Un caro saluto. Priscilla da Milano.

Non ho altro da aggiungere, se non ringraziare la Priscilla per il suo prezioso contributo.

 

Il trattamento amorevole dei bovini in Cambogia

 

Racconto solo un piccolissimo esempio di come vengono trattati i bovini dai contadini asiatici vecchio stampo.

Durante una breve sosta al traino di una motoretta risciò, che mi portava da Phnom Pehn a uno dei tanti Campi della Morte di Pol Pot in Cambogia, c’era non distante una mucca magra magra che brucava dei fili d’erba. 

Un contadino, scese nel vicino stagno a prendere un secchio d’acqua, e poi si mise a spazzolarle accuratamente il dorso e tutto il resto, aggiungendo delle manate d’acqua, con grande sollievo dell’animale che gli restituiva puntualmente le coccole con qualche leccata di ringraziamento.

Cosa che non faceva di certo nemmeno a sua moglie.

 

Anche in Vietnam e Thailandia, mille riguardi per elefanti e bovini

 

La stessa cosa ho visto fare a Saigon ed Hanoi. 

Non parliamo poi della Thailandia, dove il bovino viene immediatamente dopo l’elefante, sia per importanza e sacralità, che per le amorevoli cure che gli vengono accordate da chi gli sta appresso.

Da quelle parti non sono induisti, ma buddhisti.

E i buddhisti hanno imparato molte cose dall’induismo.

Vero è che dovranno imparare a rispettare di più anche i volatili e i maiali, perché non è giusto fare discriminazioni tra una razza e l’altra.

Altrimenti si finisce come nel mondo occidentale, dove si comprano i vestitini e il cibo biologico per cani e gatti, e si lasciano tranquillamente massacrare  foche, tonni, bovini e suini, lepri e fagiani, e tutto il resto.

 

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)

                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)