Zucchero-Saccarosio, dolce droga assassina

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10 Giugno 2009
 
Il falso-zucchero-droga che i cani non sniffano

Lo zucchero bianco o saccarosio, o falso-zucchero, è un vero e proprio veleno che crea dipendenza, né più né meno delle varie altre droghe a cui la polizia di tutto il mondo, e le leggi di ogni paese, danno giustamente la caccia.
Solo che, alle frontiere e negli aeroporti, i cani antidroga sono stati istruiti ad annusare hashish e cocaina,  ecstasis ed eroina, ma non lo zucchero, e non le migliaia di prodotti che lo contengono in disinvolta, pacifica ed irresponsabile abbondanza.
Vediamo di non esagerare, uno si mangia un dolce o fa sciogliere una bustina in un bicchier d’acqua, e mica dà in escandescenze, mica diventa pericoloso.
Andiamoci piano.

Nemmeno con le altre droghe, se prese a dosi ragionevoli, si hanno effetti eclatanti e disturbanti.

Le merendine e le bevandine che madri ignoranti e snaturate offronto spesso ai loro bambini

Vediamo di comprenderci meglio.
Non stiamo qui cercando di sottovalutare la dannosità degli stupefacenti in genere.
Combattere l’uso e lo spaccio di tutte le droghe è giustissimo.
Se in molti paesi (vedi Singapore, Malaysia, Indonesia, Hongkong, Cina), bastano alcuni grammi in tasca per essere condannati alla pena capitale, ci saranno dei motivi di carattere anche sociale che giustificano tale severità.
Stiamo solo dicendo però che lo zucchero, per molti aspetti, non è meno pericoloso delle altre droghe.
Il fatto che sia socialmente approvato, e che madri ignoranti o snaturate lo diano ai propri bambini tramite dolcetti, merendine, bevande gassate, comodi barattolini di cola, non significa affatto che i suoi danni siano per questo meno drammatici, e che la sua dipendenza sia meno grave e meno carica di conseguenze sballanti e negative per la salute dell’individuo e per la società.

La giusta definizione di cibo innocente che nutre e di sostanza che droga e dopa

Si dovrebbe a questo punto fare un discorso generale sulle cosiddette droghe sociali, legali, approvate, nemmeno classificate come droghe anche se lo sono a tutti gli effetti.
Il modo corretto di affrontare il problema è quello di dare una definizione al termine droga.
Una sostanza solida o liquida o gassosa, ingerita od inalata dall’uomo è cibo quando lo nutre senza provocare effetti collaterali che non siano quelli di apportargli calorie e micronutrienti utili.
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Drogarsi senza nemmeno saperlo. Viviamo nella civiltà dello zucchero falso.

E’ invece droga quando gli apporta sì delle calorie, ma provoca pure gravi carenze e gravi malattie, stimoli irregolari e patologici del sistema immunitario e cardiaco, avvelenamento biochimico, dipendenza.
Questo si chiama ragionare e usare il binomio intelligenza-coscienza.
Ma le industrie produttrici di sostanze assassine, il culto del danaro, l’abitudine della popolazione a drogarsi spesso senza nemmeno saperlo, porta ad etichettare certe droghe come droghe, e certe altre droghe come cibi.
Demonizzare lo zucchero-saccarosio? Per carità. Non parliamone nemmeno. Demonizziamo in caso la frutta, su cui non si guadagna un accidente. Non scherzeremo mica? Il mondo attuale ha le sue fondamenta sullo zucchero bianco e cristallino.
Viviamo nella civiltà dello zucchero!

Elenco completo delle sostanze droganti e dopanti

Chiaro che nella nostra ottica, logica e scientifica, l’elenco delle droghe si allunga, e va ad includere:

Tutte le carni e tutto il pesce, ed in pratica tutte le proteine cosiddette nobili, di origine animale.
Tutti i prodotti caseari (latte, latticini, yogurt, gelati)
Tutte le bevande alcoliche.
Tutte le bevande nervine (the, caffè, camomilla).
Tutte le bevande gassate e zuccherate, ed in particolare quelle a base di cola.
Tutti i dolcificanti industriali (incluso lo zucchero-saccarosio, la saccarina, l’aspartame, il ciclamato).
Tutti i prodotti carichi di saccarosio o di altri dolcificanti (merendine, barrette, biscotti, caramelle, confetti, gomme da masticare, prodotti di pasticceria)
Tutte le sigarette e i prodotti contenenti tabacco.
Tutti gli integratori vitaminici, minerali, ormonali, enzimatici.
Tutti i farmaci, dalla comune aspirina ai micidiali vaccini

Le giuste intuizioni del medico francese Paul Carton

Non a caso, il grande medico francese Paul Carton (1875-1947) definì lo zucchero alimento assassino, assieme alla carne ed all’alcol.
Ai suoi tempi evidentemente la gente era più seria e rispettosa della propria integrità psico-fisica, e non  esagerava ancora con la Coca-Cola ed il caffè, per cui Carton non incluse questi veleni nella sua lista dei prodotti micidiali.
Non citò il latte bovino, in quanto le ricerche scientifiche di quel tempo non avevano ancora evidenziato sufficientemente la sua estrema dannosità.
Le sigarette e tutte le altre sostanze stupefacenti non le citava nemmeno, perché non si trattava di cibo, ma di droga autentica.
Egli aveva intuito prima degli altri che il mondo si stava avviando in una strada sbagliata, che stava diventando un mondo basato sulla carne e sull’alcol, sullo zucchero e sulla droga.

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Come si arriva al bianco prodotto cristallino, simbolo di dolcezza, purezza ed innocenza

Tornando allo zucchero-saccarosio in particolare, già il processo produttivo chiarisce molto la natura di questa sostanza che, da prodotto sano e naturale in partenza (canna da zucchero, o barbabietola da zucchero) viene sottoposta ad una incredibile serie di trasformazioni industriali tipo:

a)  Riscaldamento a temperature altissime.
b)  Depurazione col corrosivo latte di calce (per togliere l’acidità).
c)  Depurazione con la velenosa anidride carbonica (per eliminare i residui di calce).
d)  Depurazione col velenoso acido solforico (per eliminare il colore scuro e poco attraente del prodotto)
e)  Filtraggio con carbone di ossa animale (per dare ulteriore decolorazione al prodotto)
f)  Trattamento con blu idantrene, derivato dal cancerogeno catrame (per eliminare gli ultimi antiestetici 
     riflessi giallognoli, visto che l’uomo ha una irresistibile attrazione per il bianco perfetto, simbolo di
     purezza ed innocenza).

Un veleno che deruba e devasta l’organismo

Alla fine ci ritroviamo con  una bella sostanza bianca e cristallina, senza vita, senza vitamina, senza minerale, senza enzimi, senza oligoelementi.
Una delle sostanze più innaturali, droganti e dopanti esistente sulla faccia del pianeta.
Niente e nulla che ricordi il prodotto di partenza.
Un vero e proprio veleno che, introdotto nel corpo umano demineralizza ed altera gli equilibri dell’organismo, e crea guasti e conseguenze a ripetizione.
Entra nel corpo in modo trionfale e felice, ma poi, come un vero e proprio Cavallo di Troia, ti devasta dall’interno, rubandoti le vitamine del gruppo B che sono preziosissime per il sistema nervoso.
Negli Stati Uniti nessuno è stato ancora capace di smontare o di confutare le prove del dr Sandlers
(vedi mia tesina  Il caso Sandlers e i conigli polio-resistenti).

Gli importantissimi esperimenti del dr Benjamin Sandlers, su ipoglicemia e poliomielite

Benjamin P. Sandlers, dell’Otean Veteran Hospital di Asheville, North Carolina, era un ricercatore nato.
Oltre che fare il medico, dedicava ogni ora del tempo libero allo studio del coniglio, ossia dell’animale vegano e crudista più simpatico e sano tra quelli che l’uomo riesce ad allevare in cattività.
Lo incuriosiva la sua salute, ed in particolare la sua vena erotica eccezionale, superiore persino a quella del gallo e a quella del maiale. Ma anche la sua straordinaria resistenza ai virus.
Aveva più volte iniettato ai suoi conigli abbondanti dosi di polio-virus, gli agenti virali associati alla terribile paralisi infantile, e mai nessun animale si era ammalato.
Senonché, non appena provocava ai conigli uno stato di ipoglicemia indotta, mediante iniezioni di insulina, essi perdevano la loro proverbiale resistenza alla polio e diventavano pure essi paralitici.

Poliomielite malattia tossica e non microbico-virale, come del resto tutte le malattie

Sandlers non era medico igienista e contestatore. Apparteneva all’Ordine ed era dunque stimato da tutta la burocrazia medica.
I suoi studi erano già stati segnalati ed elogiati nel 1941 dall’ American Journal of Pathology e da altre riviste nazionali.
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L’arrivo dell’epidemia di polio del 1948-1950

Anni dopo, e siamo nel 1948, arriva anche in North Carolina l’epidemia americana di polio.
Tutti si ricordano di lui e vengono a chiedergli lumi sul da farsi.
Sandlers parla alla radio e avverte genitori e bambini che le diffuse condizioni di ipo-glicemia, derivanti da diete sbagliate e devitaminizzanti e dal ricorso all’insulina, sono la causa reale del male.
Malattia dunque di carattere tossico e non microbico, come del resto tutte le malattie, dichiara a voce e per iscritto, contro i tentativi fallimentari dei vaccinatori Salk e Sabin, appoggiati a ritmo incalzante dalle industrie alimentari e farmaceutiche.

Eliminate carni, dolciumi e Coca-Cola, e poi staremo a vedere

Niente vaccini e niente farmaci, grida e ripete polemicamente dai microfoni delle radio locali.
Alimentarsi di carni, di proteine animali, di cibi cotti, e compensare poi le conseguenti carenze di acqua biologica e di succo zuccherino naturale crudo, tramite il sovra consumo di bevande gassate, di Coca-Cola e Pepsi-Cola, di Seven-Up e di merendine, di alcol e the-caffè (pure zuccherati), di latte e gelati, di paste e pizze, di carboidrati cotti, di mentine e liquirizie, di chewing-gum e caramelle, porta a crisi diabetiche e a cure insuliniche, e quindi anche a sbalzi ipo-glicemici (causatori di polio).
Cestinate dunque farmaci e vaccini, eliminate dalla dieta i dolciumi, le carni, i latticini, i cibi junk, e poi staremo a vedere, era il suo messaggio forte e coraggioso.
E la gente obbediva.

Abbattimento casi polio del 1000%. E’ stato solo un caso fortunato, bofonchiano alla Coca-Cola.

I  drammatici 2498 casi di polio del 1948, passano magicamente grazie al sistema Sandlers a 229 nel 1949, un abbattimento non del 10 o del 20 o del 100%, ma del 1000%, ovvero 10 volte in meno casi di polio.
E’ un caso. E’ stato solo fortunato! Dichiarano i dirigenti della Coca-Cola e quelli delle industrie del farmaco e del vaccino, che vedono franare la domanda dei loro prodotti.
Sotto la spinta enorme della pubblicità, la gente riprende le antiche abitudini.
E nel 1950 la polio si riporta a oltre 2500 casi, a controprova che Sandlers è nel giusto.

Nessuno è in grado di contraddire o confutare Sandlers, ma il suo caso viene insabbiato

Le grosse industrie si sono intanto coalizzate e riescono a far fuori professionalmente Sandlers, senza avere mai smontato o confutato scientificamente le sue teorie.
E’ trascorso mezzo secolo.
La Coca-Cola e la Pfizer imperano nel mondo intero, e nessuno si ricorda chi sia il dr Benjamin Sandlers.
Ma le sue testimonianze rimangono intatte a disposizione della scienza e della popolazione mondiale.
Hanno insabbiato e secretato i suoi esperimenti, per interessi puramente venali, ma non li hanno mai potuti contestare con argomenti o controprove.
Fatto sta che oggi conosciamo meglio le conseguenze micidiali che la dieta può avere nei riguardi di tutte le malattie, e non solo della paralisi infantile.

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I danni provocati dallo zucchero-saccarosio (bianco o scuro, di barbabietola o di canna)

Nel caso specifico dello zucchero-saccarosio, esso provoca quanto segue:

Stress pancreatico.
Demineralizzazione ossea ed osteoporosi.
Fermentazioni intestinali e gas.
Alterazione flora batterica.
Alti e bassi glicemici, con picchi e ricadute, con vere e proprie forme di dipendenza e doping.
Acidificazione del sangue.
Assorbimento e rapina interna a mano-bassa di enzimi, vitamine, minerali e tutto quello che lo zucchero-saccarosio non ha (e deve necessariamente assorbire dal corpo per poter essere metabolizzato e per potersi tradurre in calorie utili al corpo umano).

Inconvenienti dello zucchero-saccarosio e il salto dalla padella nella brace dell’aspartame

Il tutto si traduce in una serie di inconvenienti concreti e tastabili che vanno dall’accumulo di adipe alla caduta dei capelli, dalla ritenzione idrica (come succede pure col sale da cucina) alle varie forme di candidosi e di infezioni ginecologiche.
Molte malattie della civiltà moderna sono dovute a eccesso di zucchero-saccarosio nell’alimentazione.
Da quando poi la gente ha cominciato ad accorgersi del problema, essa ha fatto il classico salto dalla padella nella brace, ricorrendo a dolcificanti più concentrati e pericolosi dello stesso zucchero-saccarosio, tipo la saccarina, il diffusissimo aspartame che causa regolarmente cancro negli animali da laboratorio (altre prove insabbiate, per far piacere alle solite industrie), tipo diversi alimenti e bevande dietetiche (come ad esempio la Diet-Coke), tutti basati sulle stesse porcherie chimiche derivate dal petrolio dell’onnipotente Mr Rockefeller.

Le crisi di astinenza e i tuffi notturni sulla Nutella

Essendo il saccarosio, e le preparazioni alimentari che lo contengono, droga autentica (leggere in proposito l’articolo Zucchero come droga, sul blog Pensiero Laterale dell’ottimo ricercatore salutista, nonché regista ed architetto, Gian Paolo Vallati), quando uno cerca di staccarsene, gli vengono violente crisi di astinenza, che portano ai classici tuffi notturni nella Nutella, o al ricorso frenetico ai quadrelli di cioccolata che tutti tengono in borsa, dimenticando che molto meglio sarebbe un pacchetto di uva sultanina priva di conservanti.

Perché mai si consuma tanto zucchero falso, ovvero tanto zucchero-saccarosio?
Manca la famosa acqua biologica.

La risposta è semplicissima.
Lo zucchero-saccarosio si comporta da integratore, da sostanza-surrogato e da cibo vicariante.
Nella dieta della gente, intasata da schifezze del mondo animale, manca maledettamente acqua biologica (non dura, non carica di minerali inorganici non assimilabili), e manca maledettamente lo zucchero giusto che è base dell’alimentazione umana.

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Manca il succo zuccherino, rimpiazzato da chili e chili di inguardabili cadaveri da macelleria.
Una bancarotta nutrizionale-sociale in piena regola.

Manca quel succo zuccherino che è la fotocopia esatta del latte materno umano (dolce, trasparente, basso-proteico) che il Creatore, chiunque esso sia, ha destinato al genere umano come alimento principe, come alimento per svezzare in modo salubre i lattanti umani e per sfamare in modo altrettanto salubre gli adulti della specie homo sapiens.
Mancano nella specie umana tutte quelle quantità di frutta profumata-colorita-succosa che sono state rimpiazzate da chili e chili di inguardabili cadaveri sanguinanti e puzzolenti da macelleria.
Una bancarotta nutrizionale-sociale in piena regola.

Mangiare frutta liberamente senza tener conto di parametri assurdi ed inaffidabili come l’IG

La vera alternativa  alle crisi improvvise di astinenza sarebbero le banane mature, la frutta dolce seccata al sole (purché non trattata con l’anidride solforosa che annulla i benefici dell’alimento).
Ottima alternativa pure i centrifugati di frutta.
Ricchi di sali minerali, vitamine e zucchero vero, possono essere integrati con aggiunta di succo di carote e sedano (verdure alcalinizzanti che si sposano bene con la frutta).
Si può e si deve mangiare frutta ogni volta che si sente il bisogno di dolce, senza tener conto di punti e calorie e di altri parametri assurdi ed inaffidabili, tipo l’indice glicemico.

Nessuna controindicazione alla frutta

Non esistono controindicazioni alla frutta.
Sarebbe come dire che esistono controindicazioni alla benzina in un motore a scoppio, o al gasolio in un motore Diesel, o al latte bovino in un vitellino neonato.
Il corpo, quando è in buona salute perché ben alimentato, sa come eliminare quello che è superfluo, e il senso di fame diminuisce gradualmente, senza crisi improvvise, quando si passa ad una alimentazione sana e benefica.

In 50 anni, da 10 milioni a 140 milioni di tonnellate, una spaventosa escalation

Due parole sull’aspetto commerciale ed industriale devono essere dette.
Mentre la produzione nel dopoguerra si aggirava intorno ai 10-20 M di tonnellate, in una escalation rapida e continua si era già arrivati a 70 milioni nel 1978, in non troppo strana concomitanza con l’andamento crescente del consumo di carne e di latticini.
Già in quegli anni suonavano molti campanelli d’allarme.
Ma evidentemente, la voglia vampiristica di sangue da un lato, e la necessità compensativa di dolce dall’altro, era superiore ad ogni ragionamento.
Nel 1995 la quota annua era carambolata spaventosamente a oltre 120 M di tonnellate.
E nel 2007 si è superata la soglia dei 140 milioni di tonnellate.

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C’è gente che consuma annualmente 100 kg di zucchero-saccarosio

In pratica, consumiamo 21 kg a testa al mondo, mentre in Europa si toccano picchi di 45 kg a cranio.
Se poi consideriamo che c’è pure gente che punta tutto sulla frutta, come lo scrivente, e che dunque non consuma un singolo granello di zucchero falso, significa che qualcuno consuma non più 45 ma forse 70 e 80 kg all’anno.
Se poi si tiene presente che intere popolazioni sono tagliate fuori per un motivo o l’altro da questa melliflua ubriacatura mondiale, per qualcuno si va sicuramente oltre i 100 kg/anno.

Micidiale veleno che nessun batterio è in grado di attaccare

Che lo zucchero sia potente veleno e autentica droga lo sappiamo in tanti, ma non la popolazione dei consumatori, tenuta sistematicamente all’oscuro delle cose più importanti.
Il bisogno di dolce nell’antichità era soddisfatto dalla frutta ed eventualmente dal miele.
Lo zucchero-saccarosio è uno dei rarissimi alimenti senza data di scadenza.
E’ tanto velenoso che nemmeno il tempo lo può scalfire.
Nessun batterio lo può riciclare. Ne sarebbe fulminato.
Tutt’al più lo zucchero-saccarosio può impregnarsi di umidità.
E’ talmente potente e micidiale che può essere usato come distruttore di germi sulle ferite, ovvero come sostanza cicatrizzante al pari dell’alcol.

I contenitori Zucchero e Sale in ogni dispensa, senza il segno del teschio

Aggiunto alle marmellate diventa ottimo conservante. Versato a secco su una pianta la fa irrimediabilmente morire, esattamente come succede col sale da cucina.
Ciononostante, in ogni famiglia del mondo, si tengono nella dispensa due contenitori con l’etichetta Sale e con l’etichetta Zucchero, nonostante la presenza di bambini e ragazzi ignari in cucina, senza nemmeno disegnarci sopra  il classico teschio, tipo Chi tocca muore!
D’altra parte come si farebbe senza sale? Non si riuscirebbe nemmeno a nascondere il sapore cimiteriale delle carni, e non si potrebbe nemmeno gustare il sapore della pasta e dei minestroni cotti.
Come si farebbe poi senza zucchero, nelle torte e nelle confetture, e nelle crostate?
Senza zucchero e sale la vita diverrebbe una sorta di Tragedia dell’Insipido.

Perché evitare lo zucchero-saccarosio

Dal testo Quit for good! (Evitali per il tuo bene!), del medico-nutrizionista italo-americano Ralph Cinque, uno dei pochi allievi diretti del grande Shelton, ricaviamo le seguenti motivazioni anti-zucchero-saccarosio:

Lo zucchero-saccarosio non è che calorie vuote e morte. Non nutre e ruba preziosi minerali e preziose vitamine di cui il corpo ha costante bisogno.
Lo zucchero-saccarosio è causa di placche dentarie che portano a decadenza dei denti e delle gengive.
Lo zucchero-saccarosio ingrassa non solo perché è alto in calorie, ma anche perché induce il suo consumatore a mangiare di più. Quando uno comincia ad ingozzarsi di dolcetti e cose zuccherate, non ce n’è mai abbastanza. Diventa un pozzo senza fondo.
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Lo zucchero-saccarosio corrompe il senso del palato, impedisce di assaporare e distinguere i sapori delicati dei cibi naturali.
Lo zucchero-saccarosio interferisce col glucosio del sangue. Viene assorbito come fosse una improvvisa iniezione che mette in stato d’allarme l’intero sistema ghiandolare. Pancreas, fegato, tiroide, pituitaria, timo e adrenali subiscono uno stress contemporaneo ogniqualvolta si ingeriscono cibi e bevande dolcificate artificialmente (non quando si mangia frutta, visto che essa è dotata di acqua biologica, vitamine e minerali e micronutrienti al naturale).
Lo zucchero-saccarosio è autentica droga che crea dipendenza.
Lo zucchero-saccarosio disturba l’equilibrio biologico del corpo, indebolisce il sistema immunitario e promuove la crescita di lieviti patologici nell’organismo.
Lo zucchero-saccarosio è un pessimo sostituto del cibo dolce e vero di cui ha assoluto bisogno il corpo, e che è la frutta fresca e quella essicata al sole.

Consigli pratici per una confettura meno velenosa delle altre

C’è chiaramente da aggiungere che nulla abbiamo contro la canna e la bietola.
In tutte le città asiatiche si vende nelle strade più trafficate l’ottimo succo di canna cruda, spremuta sotto i tuoi occhi. Una sorgente incomparabile di bontà e di energia.
La stessa cosa si può fare centrifugando la bietola o la stessa canna.
Alle donne di casa che vogliono crearsi dei vasetti di confettura di ciliegie, mirtilli, more, fichi, e meno dannosi e micidiali di quelli in commercio, consigliamo zero zucchero, ma libero ricorso a succo d’uva o di mela o di ananas da aggiungere alla cottura (lieve e non prolungata), e ricorso al sistema cosiddetto Bagno Maria, basato sulla sterilizzazione e sul vuoto d’aria.

Meglio sempre la frutta fresca o la frutta seccata al sole

Ricordarsi però che anche la frutta, sottoposta a cottura, diventa un alimento scadente ed avvelenante in grosse quantità.
L’ottima confettura senza zucchero e senza conservanti sarà pertanto un veleno meno dannoso delle confetture micidiali a 40 o 60% di zucchero-saccarosio, ma sempre veleno, avendo distrutto ogni enzima, ogni vitamina ed ogni minerale assimilabile.
In pratica si tratterrà di un dolcificante naturale, gentile e saporito, che offrirà calorie senza causare enormi problemi, vista la sua non intensa carica zuccherina.
Molto meglio la frutta fresca, oppure la frutta seccata al sole.

Il dr David Jenkins e il nuovo parametro IG, indice glicemico

A questo punto, il discorso non è completo se non diciamo due cose sul famoso IG o indice glicemico.
Nel 1980, un gruppo di studio congiunto delle Università di Toronto e di Oxford, coordinato dal fisiologo britannico David Jenkins, arriva alla conclusione che ad ogni tipo di cibo è possibile associare un parametro chiamato indice glicemico (IG).
Questo IG descrive molto meglio dei precedenti usuali parametri (calorie, carboidrati, grassi) gli effetti del cibo sulla glicemia, e i rischi relativi ai soggetti diabetici, primi destinatari di quella ricerca.
L’indice IG misura infatti il picco, lo sbalzo zuccherino, raggiunto dal livello totale di glicemia del sangue pochi minuti dopo l’assunzione del cibo stesso (misurazione che si fa prendendo come base di riferimento il livello 100, che è il picco causato dal glucosio).
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L’importanza di una dieta a basso indice glicemico

Ad esempio, una mela ed una patata contengono la stessa esatta quantità di carboidrati, cioè 15 grammi, ma la mela ha un indice basso (50) mentre la patata cel’ha già più alto (80), ed aumenta ancora se viene cotta.
In un convegno internazionale di nutrizione scientifica tenutosi a Roma nel 2007, Jenkins ha ribadito che una dieta a basso carico glicemico è importante nella prevenzione nella cura di patologie tipo il diabete tipo II.
Ricordiamo che l’IG è la velocità con cui aumenta la glicemia, mentre il carico glicemico è la concentrazione totale di glucosio nel sangue in un dato momento.

L’indice glicemico, ovvero la nuova frontiera che mobilita industrie, medici e dietologi

Chiaro che queste ricerche hanno mobilitato i due marpioni del settore, ovvero le industrie alimentari e quelle farmaceutiche, scatenando una corsa a dichiarare i propri prodotti  a basso indice di glicemia, senza preoccuparsi di chi mai al mondo possa garantire se quanto un’industria afferma è vero o falso.
I consorzi di identificazione, i medici e i dietologi, hanno pure fiutato il grosso affare.
Altre conferenze si sono fatte nel mondo, come quella di Anversa, e si stanno preannunciando libri ed articoli, tutti sull’argomento del giorno, sulla sigla IG che sembrerebbe risolvere tutto.
Sulla nuova frontiera dell’alimentazione, che alla fine si rivela essere un autentico bluff.

La lungimirante ed ambiziosa uscita di un nuovo best-seller del dr Michele Allegri

Il dr Michele Allegri, ha già annunciato l’uscita di un suo testo sull’argomento, dichiarandolo, non senza un dovuto minimo di prudenza, umiltà e rispetto, ovvero ancor prima della pubblicazione e del responso del pubblico, un best-seller.
Glielo auguriamo, se saprà dire davvero qualcosa di nuovo e interessante, come ha già saputo fare con la sua precedente opera Dossier: I Nuovi Templari, scritto in associazione con Irene Sarpato.

Stiamo attenti a non finire come il miracoloso dr Alberico Lemme da Desio

Gli ricordiamo però che un conto è fare un viaggio affascinante nell’epopea dei cavalieri della fede e dell’eresia, e un altro conto è diventare nutrizionisti responsabili e utili alla causa della salute.
Viaggiare molto e farsi inserire argutamente nelle varie conferenze che si organizzano in ogni dove, può essere produttivo e utile per affermarsi a livello mediatico.
Ma, alla fine, quello che conta davvero sono le affermazioni che si fanno.
Quanto vere e logiche esse sono, non quanto appariscenti e rivoluzionarie appaiono.
Altrimenti si finisce per essere tutti sul livello del dr Alberico Lemme.
Dietologi di grido. Esponenti delle diete miracolose che trasformano in poche settimane le grassone in ballerine della Scala.

La presa per il culo del dr Michel Montignac

Già il fatto di esaltare il francese Michel Montignac, e di volerne seguire le orme, è un brutto esordio nel settore della dietologia scientifica.

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Il successo che stanno avendo i prodotti Migros, lanciati come  Piaceri della tavola senza rinunce, o come prodotti-base di una dieta innovativa e non restrittiva, non significa affatto essere vicini alla verità ed alla salute.

Basso valore IG, ma bassissimo indice enzimatico-vitaminico-minerale

Trattasi sicuramenti di buoni sapori tradizionali, prescelti con intelligenza ed arguzia, e caratterizzati da indice glicemico basso o molto basso, ma anche a bassissimo indice enzimatico-vitaminico-minerale.
Un imbroglio di alto livello a prezzi da alimenti-boutique.
Prodotti cotti e devitalizzati di valore zero, che durano anche 48 mesi, e che la gente priva di comprendonio è disposta a pagare il triplo ed il quadruplo di quanto costano i pessimi cibi in scatola del normale supermercato. Il tutto in nome dell’IG 20 o 30 che appare sul vasetto.
Una presa per il culo in piena regola.

Da uno che predica salutismo ci si aspetta almeno salute, se non proprio etica, ma nel suo caso non c’è nessuna delle due cose

Hai capito dove sta tutto il marcio della faccenda?
I prodotti sono pure generalmente appartenenti alle cose tradizionali che piacciono, tipo lenticchie, fagioli, marmellate senza zucchero, biscotti ai semi di lino, e vanno pure alle zuppe di pesce, così non mancano gli Omega-3, vero dr Montignac?
Forse cercando meglio sull’armamentario che ha inventato, troveremo anche il prosciutto e la B12.
Mi meraviglierei se non fosse così.

Con una dieta in piena regola glicemica, ma ugualmente balorda, servono le stampelle chimiche

Mi meraviglierei pure se, nella sua dieta non trovassero spazio le vitamine sintetiche e gli integratori minerali, ovvero le solite stampelle che servono a correggere tutti i cibi più furfanti e ladri del mondo, tutte le diete più malandrine e beffarde del pianeta.
Non pretendiamo che tutti siano salutisti e vegani.
Ma da uno che predica diete salubri ci si aspetta almeno salute, se non etica.
E, nel caso suo, non c’è assolutamente nessuna delle due cose.

In una società distorta, sovrappeso ed obesa, non era difficile far diventare l’IG uno specchietto per allodole ingrossate, appesantite ed obese

Viviamo in una società dove il sovrappeso e l’obesità, il consumo di prodotti raffinati, cotti e devitalizzati, e pertanto assai poco sani, sono ormai abitudine.
L’esigenza è di non masticare (mentre il cibo giusto deve essere masticato), di mangiare veloce (mentre il modo giusto è di farlo con calma e misura), e di digerire in fretta mediante bevande apparentemente coadiuvanti tipo digestivi, cole, caffè ed alcolici. Ma il corpo non si lascia mai imbrogliare.
E’ giustissimo che la digestione sia veloce, a patto di farlo in modo naturale, scegliendo i cibi giusti.
Quel sistema barbaro invece, non fa altro che diventare concausa grave del rapido innalzamento dei valori glicemici.
Non era difficile in questa situazione far diventare l’IG uno specchietto planetario per allodole ingrossate, appesantite ed obese.
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Le industrie non soffrono di distrazioni e di amnesie, ma solo di perfidia

Il lavoro di David Jenkins non è stato tutta aria fritta, ma il fatto che sia stato ripescato in fretta e furia dopo quasi 30 anni, fa capire quanto farabutte ed imbroglione siano le industrie.
Se qualcuno pensava ancora che soffrissero di distrazioni o di amnesie, al punto di ignorare ricerche ben più solide ed importanti, quali quelle di Cambridge2000, ora è totalmente servito.
Vengono dimenticate e nascoste le cose importanti, e si vanno a ripescare ed a magnificare per contro quelle mediocri.

Viviamo nel mondo paradisiaco delle droghe sociali, dell’amaro sangue e del dolce saccarosio.
Viviamo nella confusione e nella disinformazione che coinvolge tutti i poteri.

Già, meglio non scordarci che viviamo nel mondo delle droghe sociali, nel mondo dell’amaro sangue e del dolce zucchero-saccarosio, e sarebbe assurdo che in un posto del genere dominasse la logica e la chiarezza.
Ecco perché la nostra è pure l’epoca della confusione e della disinformazione, universitaria, governativa, ministeriale, e globale.
Ne sono coinvolti Nazioni Unive, Europa, OMS, Medici senza Frontiere, Unicef, stampa e televisione, partiti e sindacati, destre e sinistre.
Un carosello continuo tra l’imbroglio cercato e voluto, e l’ignoranza endemica di singoli e di organizzazioni.

E’ sempre il corpo a giocare la partita

Non è il farmaco e il vaccino, non è il virus e il batterio, ma è il corpo a giocare la partita.
Il terreno è tutto, il microbo è niente, dicono i medici ed i biologi onesti e trasparenti.
Nei cibi vale la stessa cosa. E’ il corpo che fa la differenza.
Chiaramente è gravissimo dargli cose sbagliate.

Le variazioni tra un individuo e l’altro sono drammatiche

Nel caso dei cibi, sappiamo benissimo quanto dannosi siano i non-cibi carno-lattei, i cibi non della specie, i cibi cotti e devitalizzati.
Il fattore più importante non è mai il cibo in sé, ma il corpo che consuma quel cibo.
Non solo per il carico glicemico del sangue del soggetto, che è diverso da individuo a individuo, e persino in una certa ora del giorno rispetto a un’altra.
Ma soprattutto per l’indice di colesterolemia e per l’indice di densità e di scorrevolezza del sangue stesso, che variano in modo drammatico da una persona a un’altra.

Basta portare l’esempio della vitamina B12 nel sangue

Non a caso, tanto per fare un esempio, i livelli di vitamina B12 nel sangue variano dagli 80-100 pg/ml dei vegani-crudisti ai 157 minimi della FDA, ai 300-1059 entro i quali oscillano i mangiatori intensivi di carne e di proteine animali, che si sentono tranquilli ed approvati dalla carnofila FDA, non sapendo che la B12 alta significa sangue che si rapprende e si cicatrizza rapidamente, ma che trasmette e trasporta nutrienti, sporcizie da eliminare, ed anche enzimi ed ormoni correttivi con troppa lentezza.
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Un mondo di falsi diabetici ma di veri intasati ed addensati

Non per niente la medicina ufficiale, dopo aver intasato il sangue della gente con le sue raccomandazioni sulle proteine nobili, ricorre pure agli ormoni nobili dei maiali (derivati da succhi di budella pressate di maiali essicate) prescrivendoli in continuazione a destra e a manca sottoforma di eparina.
Pochi sanno al mondo che molta gente dichiarata diabetica o pancreas-difettiva o insulino-deficiente, in realtà ha un pancreas normale che fa il suo dovere e produce normalmente insulina, salvo che non sia già stato abituato a non funzionare più per disuso, ovvero per colpa del ricorso all’insulina farmacologica.
Il problema, in molti casi, sta tutto nel sangue denso e poco scorrevole della gente obesa.
Con un sangue del genere, l’insulina, pur esistendo ed essendo regolarmente erogata dalle isole di Langerhans, non fa in tempo a raggiungere i punti critici di picco glicemico.

Totale ignoranza dei contenuti di insulina ed inulina nei vegetali crudi

C’è poi da aggiungere che parlare di indice glicemico senza fare le indispensabili differenziazioni tra cibo crudo e cibo cotto porta sempre sulla strada sbagliata, conduce sempre a risultati aberranti.
Sappiamo benissimo infatti che molti vegetali (come ad esempio il topinambur) contengono ottima insulina vegetale e molta inulina vegetale, le quali diventano rispettivamente sorella e cugina dell’insulina del pancreas, collaborando con essa, a patto però che le verdure non vengano cotte ed inscatolate.
Chiaro che gli indici glicemici usati dalle industrie non tengono affatto conto di questi valori basilari, per cui tutto il discorso sugli indici glicemici IG, e tutte le lunghe liste pubblicate du Internet, sono fatica sprecata.

La determinazione necessariamente sperimentale ed in sito dell’indice glicemico

La determinazione dell’IG può essere certificata soltanto in modo sperimentale di volta in volta, alimento per alimento, dipendendo essa da una decina di fattori variabili, come contenuto in amido dell’alimento, viscosità delle fibre dell’alimento, lavorazione del prodotto, caratteristiche organolettiche del prodotto.
A questa variabilità oggettiva dell’indice glicemico, occorre aggiungere poi il fattore soggettivo e variabile dell’individuo che assumerà il cibo stesso, per cui anche la certificazione più precisa dell’IG deve essere considerato valore virtuale e teorico.

Sotto accusa l’Università di Sydney che ha invaso il mondo di dati inutili ed inaffidabili

Sotto accusa sono infatti le banche dati, come quella dell’Università di Sydney, che fa da riferimento mondiale del settore.
Se si inserisce ad esempio la voce riso, dall’archivio fuoriescono 170 tipi diversi di riso, con variazioni che toccano il 50%, senza contare la successiva variabile dei metodi infiniti di cottura.
Ad esempio, un prodotto come la pasta di semola, che ha un IG basso se cotto al dente, sale del 40% nell’indice glicemico se viene stracotto.
Gli alimenti a elevato contenuto di amido, come le patate, hanno indici glicemici alti, che aumentano quanto più li lavoriamo.

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Se l’indice glicemico è alto ce ne accorgiamo facilmente

Cuocere e lavorare le patate significa infatti predigerirle e facilitare il loro transito nello stomaco.
I cibi più a rischio sono dunque quelli di preparazione industriale, molto lavorati e sofisticati.
Fette biscottate, grissini e marmellate normali provocano picchi glicemici altissimi, ma ce ne accorgiamo pure.
Chi mai riesce a mandare giù più di un paio di cucchiaini delle marmellate stile Luisa Biondi che offre di regola il mercato?
Se invece si produce in proprio una marmellata senza zucchero, si riesce a consumare, volendo, l’intero vasetto (anche se è sbagliato farlo).

Una etichetta come ammonimento potrebbe risultare utile

Sarebbe giusto pretendere sugli alimenti un bollo legale tipo Prodotto ad alto indice glicemico, sugli alimenti sballati come le merendine e le bevande pericolose come le cole e le altre bevande gassate e dolcificate.
Questo spingerebbe parecchi ragazzi a cercare cibi più sani e più naturali per colazione e merenda, ha dichiarato Bruno Berra, ordinario di biochimica all’Università di Milano (Occhio al fattore IG, di Marco Bonarrigo, Panorama 17/4/2008).

L’unica etichetta valida è quella di provenienza dal buon albero e dalla buona terra

Ha perfettamente ragione, ma per coloro i quali nemmeno il teschio sulle sigarette serve come dissuasione dal fumo, tanto sono irresponsabili ed autolesionisti, l’ammonimento IG alto sull’etichetta servirà a ben poco.
La coalizione delle industrie viziose e dissolute, tipo Coca-Cola, Eridania, Alemagna, Motta, Algida, Kraft, Bayer, Monsanto, Pfizer, Philip Morris e simili, tutte ben difese dal Codex Alimentarius, non è d’accordo nemmeno sull’apposizione obbligatoria della dicitura cibo contenente OGM, figurarsi se accetteranno di porre l’etichetta di cibo glicemicamente pericoloso.
La vera etichetta, caro dr Berra, dobbiamo stamparcela tutti nella mente, e dev’essere quella dell’albero e della terra.
Proviene dal buon albero e dalla buona terra? E allora va sempre bene.
Proviene dalla fabbrica? E allora siamo sempre in zona pericolo.
Proviene dal caseificio o dal macello? E allora siamo sempre in zona disgraziata.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)