Tumore al seno, asportazione e radioterapia

{jcomments on} 29 Gennaio 2011

LETTERA 

Il mio nuovo stile di vita fruttariano

Buonasera Maestro, sono Cinzia da Roma. Le ho già scritto la mia storia in una mail precedente, sia a questo indirizzo che a quello di facebook. Da circa 20 giorni seguo uno stile di vita fruttariano.
Mattina 4 arance, spremute alle 6 e 30, un kiwi alle 8, altra spremuta di agrumi alle 11, una banana alle 13, preceduta da terrina di insalata mista, e una mela alle 16. La sera insalata con rape e rucola, seguita da un piatto di cereali o di legumi cotti con metodo conservativo.

Cosa mai significa in situ e in bozzolo? Cosa significa tumore e cosa cancro?
Mi sono davvero rotta con la radioterapia e i farmaci.

Nel 2009 sono stata operata al seno per un carcinoma in situ, quindi, da come ho capito, ancora nel suo bozzolo. Ma, in questo caso, si definisce cancro?
Ho fatto 45 sedute di radioterapia, ed in più mi hanno mandata in menopausa farmacologica con il Decapeptil, una fiala ogni 3 mesi, e il Nolvadex, una pasticca tutte le sere.
Da circa 3 giorni ho tolto il Nolvadex, all’insaputa dei miei familiari, e il 21 Gennaio dovrò fare la puntura. Ma non ho intenzione di andare all’appuntamento, perché penso che il mio sistema immunitario abbia tutto ciò che serve per non avere una recidiva.

Sono circondata più da avversari che da incoraggiatori

Le persone accanto mi prendono per pazza, dicendo che, quando non sarò più coperta e monitorata dalla medicina, mi verrà di nuovo, magari all’altro seno.
Ho fatto una scelta, ma vorrei tanto che lei mi rispondesse, anche solo per capirne di più, per distinguere se il carcinoma era di tipo ormonale, o era forse passato da tumore a carcinoma.
Sarò felice ed onorata di vedere la mia testimonianza tra le sue tesine pubbliche che non mi stancherò mai di leggere. Grazie di tutto quello che fa per gli altri. Le voglio bene.
Cinzia
                                                                *****
RISPOSTA  

Il diritto di essere informati e di poter scegliere liberamente

Ciao Cinzia, le mie vedute sono di tipo igienistico-naturale e, a corredo di esse, ti allego alcune tesine specifiche sull’argomento.
Troverai grosse difformità con quanto la medicina ti ha finora insegnato, e questo non deve sorprendere, essendo il percorso igienistico non solo alternativo, ma spesso diametralmente opposto a quello della medicina corrente. Ti fornisco pertanto queste informazioni che tu potrai utilizzare in tutta libertà nelle tue scelte terapeutiche. Hai tutto il diritto di informarti e di poter scegliere sul da farsi.

Le classificazioni sono funzionali agli interessi di una vorace sanità mondiale

Ti consiglio di non prendere con eccessiva serietà le tante classificazioni che si fanno sui vari tipi di tumori e cancri. Troppe le discordanze e le accezioni di comodo che vengono date ai fenomeni patologici in questione.
In America, proprio al fine di rendere ogni minima sciocchezza operabile e quindi economicamente significativa per il voracissimo sistema sanitario statunitense, la medicina ha deciso di chiamare carcinoma e cancro ogni piccola neoformazione che appare sui tessuti, sui nervi, sul derma, negli organi e nel sangue.

La chiesa medica mondiale di Atlanta
 
L’unica zona umana non ancora caratterizzata da un suo cancro operabile è l’anima.
Non perché non esista tale cancro, ma solo perché il bisturi ancora non ci arriva.
Il resto del mondo segue ovviamente, senza discutere e senza fiatare, tutto quello che viene indicato dal paese-guida.
La medicina ha capito prima degli altri che l’unione fa la forza. Se ogni ministero della sanità andasse per conto suo, sai che caos. Con la bacchetta in mano all’OMS, ai NIH e alla FDA, tutti rigano dritto, con la divisa verdognola degli alunni obbedienti e medicalizzati, e nessuno fiata.

Igienismo naturale e medicina corrente sono agli antipodi

Igienismo e medicina corrente vanno raramente d’accordo, per cui è sensato che ognuno prenda posizione e faccia le sue scelte optando per una delle due scuole, ed evitando l’errore di tenere un piede nel mondo medico e l’altro in quello igienistico.
Si tratta di fare una scelta di campo, netta e chiara.
Nessuna concorrenza e nessun dualismo, vista la grande diversità di approccio filosofico e terapeutico.

Il tumore è opera logica e coerente del sistema immunitario

Per l’igienismo il tumore, nei vari punti e nelle varie forme, è sempre un ultimo segnale utile per fare un serio cambio di direzione.
Tumore inteso come ricettacolo difensivo di veleni che il corpo non riesce più a trattenere o a gestire, e che quindi va ad incapsulare su un punto particolare del corpo, prescelto in genere tra quelli più deboli e tartassati del nostro organismo.
Tumore inteso come opera protettiva di emergenza, creata dal sistema immunitario a salvaguardia del corpo e non certo per fare dispetto.
Digiuno igienista e digiuno ehretiano

Per l’igienismo non c’è nulla da curare. Siamo per la cura della non cura e della non interferenza con la volontà imperscrutabile del sistema immunitario. Per tutti i sintomi chiamati malattie, ed anche per il tumore, che è per l’appunto sintomo di massima toxemia corporale, non si devono fare trattamenti e tanto meno asportazioni, ma soltanto digiuni, seguiti da diete vagane tendenzialmente crudiste.
In pochi giorni di digiuno igienistico ad acqua distillata o leggera, o di digiuno ehretiano ad acqua e limone, un tumore grosso come una palla da golf diventa una nocciolina, si autolide e si disintegra.
Non è fantascienza ma pratica corrente e di successo, in uso da oltre mezzo secolo.

Digiuno come tavola chirurgica senza bisturi

Fin quando il tumore è attraversato da un regolare flusso di sangue che nutra e ripulisca regolarmente le sue cellule aggiuntive (non cancerogene ma solo aggiuntive, nota bene), il tumore rimane entità vivente, organismo addizionale ma sano.
Se non si va al più presto a chiudere il rubinetto dei veleni che ha causato il suo insorgere (rubinetto alimentare, rubinetto farmacologico, rubinetto emotivo), il tumore tende a crescere.
Chiusi i rubinetti tossici il tumore si mantiene. Per farlo regredire e poi scomparire c’è un solo modo. Oltre a serrare le fonti di inquinamento, occorre affiancargli la cura riduttiva e disintegrativa del digiuno, che funge in questi casi da tavola operatoria della natura, da chirurgo senza anestesie e senza bisturi.

L’autodissoluzione del tumore

In pochi giorni di riposo corporale assoluto (niente cibo, niente bevande diverse dall’acqua, niente farmaci, niente pensieri, niente giornali o tv, niente preoccupazioni), sorseggiando acqua in continuazione, il tumore si svuota dei suoi veleni e finisce per scomparire nel medesimo modo in cui è arrivato.
Dal digiuno si passa a tre giorni di semidigiuno crudista fruttariano o tuberiano (carote-rape-bietole-zenzero-sedano-topinambur-patate) e quindi alla normalità della dieta stabile, che per l’igienismo è la dieta vegana tendenzialmente crudista.

Nessun problema proteico. Chi tira in ballo le proteine mente da sempre.

Più cruda è la dieta, più perfetta è. Più cruda è, più proteica e mineralvitaminica è.
Col solo rischio di metter dentro insufficienti calorie, rispetto a quante ne consumiamo.
Crisi proteica mai, nemmeno volendolo. La quota di 20 grammi igienistici/giorno, o anche quella di 34 grammi/giorno raccomandata dalla FAO, si raggiunge con qualsiasi dieta al mondo, anche la più sguarnita.

Cibi semplici, deliziosi e digeribili, per una salute di ferro

Chi pratica il veganismo deve mangiare “tanto di poco” e non più di uno-due bicchieri d’acqua, e non “poco di tutto” e due-tre litri d’acqua, come prescritto dalla diseducazone nutrizionistica medica.
Tanto di poco significa buoni quantitativi di determinati cibi sani ed innocenti, senza troppe mescole.
Le variazioni si fanno tra un pasto e l’altro, e tra un giorno e l’altro, ma non all’interno del medesimo piatto, con tanti stomachevoli pasticci  e tanti trucchi cuocheschi.
Il sistema igienistico è basato su cibi semplici, sani, digeribili, riconoscibili, non manipolati, non strapazzati, non salati, non zuccherati, possibilmente non cotti.
Il five-per-day fruttariano e l’uno-due verduriano di pranzo e cena

E’ basato, se vogliamo, sul five-per-day di frutta lontano dai pasti, che significa 5 pasti sazianti di sola frutta, e sulla compensazione verduriana-crudista di pranzo e cena, dove il primo piatto è sempre una terrina di insalata verde, o di cavoli e carota grattugiati, o di carciofi e finocchi, o di cicoria e ravanelli, o di lattuga e pomodori. Sempre con dei germogli e dell’avocado.
Se arriva il compromesso cotto e quindi concentrato, utile a caricare a volte più calorie, come nel caso di chi consuma molto e ha qualche difficoltà a bilanciare il tutto, tale compromesso non va al di là di patate e legumi non stracotti, oppure al di là di un piatto di cereali integrali, oppure al di là di pasta integrale con diverse verdure, oppure al di là di una pizzetta vegana all’avocado e ananas, più funghi, peperoni, cipolle e rucola, oppure al di là del gazpacho di verdure crudo o semicotto con crostini di pane integrale, oppure al di là dei panini integrali vegani, con tante verdure, crema di olive, pomodoro secco e noci o pinoli.

L’incattivimento del tumore in direzione cancerogena

Tornando al tumore, i guai peggiori che gli possono capitare sono due: i trattamenti medici e il blocco circolatorio.
L’asportazione del tumore è una menomazione invasiva e inconcludente. Si asporta il sintomo e si lascia al suo posto la causa tumorale. Ecco il motivo del continuo risorgere dei tumori, e del loro incattivirsi.
Quando le operazioni vanno bene e non c’è riproduzione significa solo che il tumore asportato non era vero ricettacolo tumorale ma solo innocente escrescenza provvisoria, priva di funzioni immunitarie, cosa che succede molto spesso in sala operatoria.

Putrefazione e cachessia

Il blocco circolatorio si ha quando il tumore cresce troppo e finisce per strozzare le vie circolatorie che lo alimentano e lo ripuliscono.
In questi casi si ha degenerazione del tumore in cancro, col materiale interno che va in putrefazione e cachessia, diventando bomba tossica che si disintegra all’interno e produce metastasi in ogni parte del corpo.
Una condizione da cui è assai difficile tornare indietro.

Quando si supera la soglia della cachessia, il sistema immunitario spinge verso il decesso

Al punto che lo stesso sistema immunitario, lasciato lavorare al meglio con dieta crudista vegana in fase terminale, tende ad accorciare la sopravvivenza ed anche a minimizzare la soglia del dolore, in una sorta di auto-eutanasia naturale.
Non a caso, le cliniche igienistiche americane rifiutano questo tipo di pazienti, per non compromettere i loro record di alta-guaribilità.
Il dr Max Gerson divenne famoso in America per alcuni casi clamorosi di recupero pazienti terminali, mediante dieta puramente fruttariana.

Una ribellione in corso d’opera

Detto questo, torniamo al tuo caso specifico, cara Cinzia.
Sei stata operata e hai subito la tua bella quota di invasività medica, al pari della mia amica milanese Annamaria, di cui ti segnalo l’email.
E qui, a metà strada, sorge la tua ribellione alle cure sanitarie in corso.
I vantaggi insiti in una scelta vegana-crudista, e in una contemporanea interruzione (graduale o risoluta) delle cure farmacologiche, sono sicuramente consistenti.

C’è bisogno di armonia e di serenità

Il lato negativo di questa tua vicenda è l’essere circondata da persone che remano contro, che ti spingono in senso contrario, mentre hai grande bisogno di relax, di armonia e si serenità interiore.
Quel che è stato è stato.
Voltare pagina, detossificarti, superare con coraggio le inevitabili crisi eliminative, faranno di te un’altra persona, più tenace e coraggiosa, ed anche più cosciente del proprio corpo. Alla fine ti ritroverai padrona di te stessa, medico-igienista di te stessa, e non più schiava di una pesante dipendenza medico-farmacologica. Questo è l’augurio che mi sento di farti, oltre quello di guarire presto e perfettamente.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecncica AVA-Roma e ABIN-Bergamo