LA FORMIDABILE CONTROPROVA DEI PIMAS

{jcomments on}2 Maggio 2009 

–  Li  homini  desiderano  sapere –

Sulla scia di Leonardo, esiste una irrefrenabile voglia di conoscenza e di verità

Li homini desiderano sapere, usava dire Leonardo da Vinci.
Ed è per questo che, tra un armeggiare e l’altro con tele e pennelli, e tra uno scalpellare e l’altro sul legno e sulla pietra, si gettava sempre più spesso a scrivere appunti sulle pergamene che teneva sul tavolo, a disegnare oggetti, a fare calcoli ed elaborare formule.

Non a caso oggi, passati 500 anni, quando un cittadino della Nuova Zelanda, del Minnesota o della Patagonia, pensa alla parola sapere, gli viene in testa innanzitutto lui, l’uomo della Gioconda.
Quando Leonardo disegnava, scriveva, dipingeva, scolpiva, creava intorno a sé un’atmosfera di religiosa attenzione.
Quando parlava, usava portare prove decisive.
Lui non convinceva l’avversario, lo sbaragliava, lo zittiva.

La farneticazione e l’imbroglio non la passeranno liscia.
Al Corriere, a Cannella ed alla Favaro, Leonardo avrebbe oggi dedicato un bel teschio, al posto della Gioconda

Li homini desiderano sapere, e non essere ingannati dai venditori di fumo.
Ai suoi tempi, non esisteva il Corriere della Sera nelle mani dei peggiori macellai, dei peggiori inquinatori biochimici, dei peggiori produttori di farmaci, dei peggiori fabbricanti di cibi e bevande scassa-organismo.
Ma c’erano di sicuro i Cannella, i Calabrese e le Favaro.
Una pagina come quella N. 60 di domenica 19 aprile 2009, apparsa sul Corriere della Sera, non l’avrebbe passata di certo liscia, con Leonardo da Vinci.
Li avrebbe fulminati e sgominati all’istante. Li avrebbe annientati con uno sguardo e con una singola frase.
Gli avrebbe dedicato un quadro o un disegno, dove al posto della Gioconda ci avrebbe messo un orribile teschio.
C’è più farneticazione, diseducazione, menzogna, vigliaccheria mediatica ed irresponsabilità in quella pagina, paradossalmente dedicata alla salute, che nell’intero bestiario carnelattistico nazionale.
Evidentemente il Codex Alimentarius ha alzato il tiro in vista delle prossime importanti scadenze di fine anno.
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I vegani dovrebbero qua e dovrebbero là, ma a riempire i reparti maledetti degli ospedali sono stranamente i non vegani

I vegani dovrebbero qua, i vegani dovrebbero là.
Ma intanto, molto stranamente, i reparti oncologici e cardiologici degli ospedali italiani (e mondiali) sono stracolmi, straboccano di ex-consumatori di carne-latte-pesce-fumo-caffè-cicoccolata e gelati, mentre non vi si trova un vegano nemmeno a cercarlo con la pila e la calamita.
I vegani dovrebbero fortificarsi con lo zinco biodisponibile (sottinteso delle carni che invece non è disponibile) e col calcio biodisponibile del latte (evidentemente del latte, che invece non è biodisponibile).
I vegani dovrebbero integrarsi pure di vitamine (perché l’esposizione al sole non basta) e i vegani dovrebbero mangiare la carne di cavallo al sangue (sottinteso, perché il ferro delle verdure sarebbe scarsamente assorbito).
I vegani dovrebbero consumare latte e uova (Carla Favaro, Università di Milano), gli ex-vegetariani caduti nelle abbuffate dovrebbero non ricorrere poi a pillole dimagranti, a lassativi e diuretici (Anna Tagliabue, Università di Pavia).
I vegani sono a elevato rischio di carenze di ferro-zinco-calcio-Omega3-vitaminaD-vitaminaB12 (Carlo Cannella, Università La Sapienza-Roma).
Mamma mia quanta sapienza tarocca, quanta presunzione, quanta spocchia, quanta formidabile ignoranza, quanta arretratezza mentale.

Disgraziati vegani da ricoverare al più presto nelle case di cura

Poveri questi vegani. Gente da mettere subito in manicomio criminale.
O magari in un lazzaretto per gente paraplegica. O in una casa di cura per deficienti mentali.
Stamattina al risveglio mi sono risciacquato il viso e mi sono guardato allo specchio, per vedere se avevo ancora gli occhi aperti e funzionanti.
Ho preso poi foglio e penna, per verificare se riuscivo ancora a capire perché uno più uno fa due.
Mi sono dato pure due schiaffetti sul viso, per chiedermi se sono tuttòra vivo e vegeto.

Peccato che la realtà provi l’esatto contrario, come indicato da questo elenco di handicappati

Dave Scott, unico al mondo a vincere 6 volte l’ Ironman Triathlon, appartiene a questa categoria di handicappati. Maurizio Zanella, campione italiano di free-climbing, anche.
Enzo Maiorca, campione mondiale di immersione, anche.
Edwin Moses, recorman mondiale dei 400 ostacoli per 10 anni consecutivi, anche.
Marianna Navratilova, cinquantenne vincitrice del suo 167 titolo tennistico in Australia, pure.
Carl Lewis, campione del mondo di salto in lungo e velocità, pure.
Helen Crooks, novantenne vegana dalla nascita, ha scalato il monte Witney di 4000 metri ben 26 volte.
L’elenco potrebbe proseguire, ma non vogliamo annoiare nessuno.
Il modesto autore di questa tesina ha frequentato campi dilettanti nostrani e stadi asiatici nel calcio, giocando anche tre partite nella stessa giornata, facendo pure gol a grappoli (documentati e testimoniabili). Ed ha pure vinto gare ciclistiche in pianura e salita (documentate e testimoniabili).
Non ha mai preso pasticche, né droghe, né altri sostegni.
Mai vitamine e minerali sintetici, mai the, caffè, Coca-Cola.
Stranamente non ha mai perso un giorno per malattia o malessere in vita sua, se non in rarissime occasioni di tipo traumatico.
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Il primo quotidiano nazionale nelle grinfie dei lazzaroni, e al servizio dei piazzisti di Bayer e GSK

Che il Corriere sia nelle grinfie di grandi lazzaroni non è un segreto per nessuno.
Che arrivasse a questi livelli di demenza e di arteriosclerosi ha dello sbalorditivo.
Ma noi non ci sorprendiamo.
Sappiamo benissimo quello che c’è sotto.
Conosciamo il tipo di veline e di ordini perentori che arrivano dal Codex Alimentarius.
Gli sgozzatori di vitelli e maiali, i parassiti delle civilissime Creature Bovine, gli  avvelenatori dell’intestino umano, gli stupratori e massacratori della vita animale, i piazzisti di vaccini e vitamine sintetiche, non pensino di passarla liscia e di lanciare impunemente castronate a ripetizione dalle più alte tribune nazionali.
La gente comincia a capire.

Abbiamo smontato una per una le macchinazioni e gli imbrogli dei mestatori di regime

Da insegnanti vegetariani-vegani, ben consci di cosa facciamo-diciamo-scriviamo, ben consci della responsabilità che ci compete e dell’insegnamento che diamo a chi ci segue con sempre maggiore attenzione in Italia e nel mondo, siamo gente pacifica e dotata di pazienza e di buona educazione.
Vorremmo poter usare linguaggio pacato e gentile con tutti, anche con chi sbaglia di grosso.
Ma  le insinuazioni truffaldine, ricamate con orpelli e fiocchetti scientifico-universitari, non le possiamo lasciar passare.
Abbiamo dimostrato con formule precise che questa gente mente.
Abbiamo smontato pezzo per pezzo ogni loro affermazione.

Nella presente tesina non portiamo la formidabile prova dell’esperimento medico-salutistico di Cambridge2000, che già basterebbe a zittire ed annientare la controparte, ma portiamo prova e decisiva controprova che il mondo intero può verificare e giudicare, ed è quella della polazione Pimas

E qui, di fronte a quella giuria popolare che è il pubblico d’Italia dotato di intelligenza, indipendentemente da quello che fa e quello che mette sul piatto, proponiamo oggi una prova formidabile e decisiva.
La prova concreta, vivente, tastabile e verificabile che il Corriere sostiene le correnti false e che Cannella e Favaro sono semplici e modesti attori di questo flusso antiscientifico e antiprogressista che abbraccia presentemente tutti gli atenei d’Italia, incluso La Sapienza e incluso la Normale di Pisa.
Non ci serve andare dal giudice e fare una denuncia contro le mascalzonate autentiche di tale pagina.
Non ci serve portare in tribunale il direttore responsabile del quotidiano milanese, e nemmeno i diseducatori di regime sopracitati.

Gli italiani non sono degli imbecilli. Accà nisciuno è fesso, diceva il grante Totò.
C’è un pizzico di Leonardo in ogni cittadino d’Italia, e persino del mondo.
C’è più Leonardo nelle anatre, nelle galline, nelle mucche e nei maiali che in tutti i luminari che insegnano l’odierna scienza alimentare e salutistica di questo paese.

In Italia non sono tutti degli sprovveduti e degli imbecilli e dei sottosviluppati, come pensano Rockefeller, Soros e Clinton, come pensano Monsanto e Pfizer, come pensano Bayer e GlaxoSmithKline, come pensano i casari e i purcitars di casa nostra.
A Napoli, dove nessuno dimentica il grande Principe De Laurentis, in arte Totò, dicono ancora  Accà nisciuno è fesso.
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La scienza sta alla larga da certe aree universitarie, come la salute sta alla larga da certi settori della medicina, come l’etica e la vera religiosità stanno lontanissime dalle Mecche e dai Vaticani.
C’è un pizzico di Leonardo in ogni cittadino.

C’è più Leonardo nei piumati e nei quadrupedi che in tutti i luminari che stanno dietro l’odierna scienza salutistico-alimentare di questo paese

La gente comune, priva di laurea in nutrizione, sbaglia e risbaglia. 
Ma almeno si accorge di sbagliare. Sa che deve fare qualcosa per saltarne fuori.
Questi energumeni della cattedra che con tanto di pompa magna imperversano sui quotidiani e sulle rivistine della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, il cui ultimo manuale  Alimentare la Salute è ricoperto da 70 foto a colori di tutta la frutta e la verdura del pianeta, mentre i suoi commenti sono paradossalmente imbrattati di sangue e di latte), pretendono di dire alla gente che è giusto quello che fa, che bisogna continuare col prosciutto e col formaggio, con la trippa e l’ossobuco, col farmaco e il vaccino, con le piramidi nutrizionali della FDA, del dr Calabrese, dei ministri Fazio e Zaia, di sicuro bravissime persone, se non fosse che sono animate da una cieca ed irresistibile voglia di imboccare non solo se stessi e i propri figli, ma l’Italia intera di materiale fetente, cioè di carne suina e non-suina perfetta ed irreprensibile.
C’è una quota di Leonardo in ogni massaia, in ogni manovale, in ogni agricoltore, persino nei tanti italiani che continuano a sbagliare totalmente dieta grazie alle buffonate pseudo-scientifiche e pseudo-salutistiche che divulgano a raffica i canali televisivi e le maggiori testate giornalistiche.
C’è più Leonardo nelle oche, nelle anatre, nelle lepri e nei fagiani, nelle mucche e nei maiali, che in tutti i luminari che insegnano l’odierna scienza della nutrizione in questo paese.

Oggi non solo gli uomini ma soprattutto le donne pretendono la distinzione tra vero e falso

Anche oggi  li homini vogliono sapere. Anzi, le cose sono molto cambiate.
Oggi non solo  li homini, ma soprattutto le donne vogliono sapere.
Sono  l’altra metà del cielo e un pizzico di più, come diceva Mao Tze-Tung.
Ci duole davvero che alcune donne, distanti mille miglia dall’immensa dottoressa Florence Nightingale, si siano messe nel marasma intellettuale del maschilismo carnofilo, ma sono casi che non inficiano il trend generale.
Diciamo pure che le femmine, dotate di maggiore sensibilità, spiritualità, saggezza muliebre rispetto ai maschi, sono diventate, per nostra fortuna, lo zoccolo duro e fondamentale della società umana.
Probabilmente saranno loro a salvarci dal vero e solo virus di pazzia collettiva che ha infettato il mondo cosiddetto virile.

Il sequestro del sapere nella società odierna dei consumi e degli sprechi e delle gratuite crudeltà

Il problema fondamentale è che il sapere, nella società odierna, è stato sequestrato.
Leonardo era libero di cercarsi le sue verità e di farsi le sue convinzioni.
Arrivò infatti, con impressionante regolarità, al nocciolo della questione.
Toccò i vertici dell’arte e della bellezza, con la Gioconda, l’opera più celebre ed ammirata mai realizzata da un vivente.
Toccò la vetta del salutismo, con la frase  Impara a mantenere intatta la tua salute, più che a curare la tua malattia.

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Centrò i fondamenti dell’etica, con l’altro ammonimento  Verrà giorno in cui l’uccisione di ogni singolo animale sarà giudicata come orrendo crimine.
Leonardo lavorò alla luce del sole, e spesso anche al lume di candela.
Non dovette nascondersi, diventare carbonaro, associarsi a delle sette segrete o alla Massoneria.
Se andiamo avanti di questo passo, dovremo farlo noi, con il tipo di regime e di cultura che ci troviamo di fronte, pieni di tracotanza, spocchia, prepotenza, irresponsabilità educativa.

Sapere significa avere idee chiare, distinguere il vero dal falso

Il problema basilare è che sapere non significa ingarbugliare la mente con mille idee ed ideologie che fanno a pugni l’una contro l’altra.
Sapere significa per l’appunto distinguere, scartare l’immondizia e la falsità, trivellare la sabbia inutile e ritrovarsi con i frammenti dorati che contano.
Pochissime cose buone e chiare.
Sapere non significa conoscere 10 teorie diverse e pensare che ognuna di esse contenga qualcosa di buono e qualcosa di valido.
Quella non è scienza ma confusione.
Sapere significa essere certi che tra quelle 10 tesi diverse ne esiste una vera e 9 malandrine.
Chiamiamolo pure estremismo o razionalismo eccessivo, ma da questo non si scappa.
Conoscenza significa certezza assoluta, significa scartare le immondizie e fugare ogni dubbio.

Viviamo in un mondo di matti e di criminali, disegnato per farci ammalare nel corpo e nell’anima

Ebbene oggi, nella scienza più importante dell’uomo, quella che alla fine ci tocca da vicino e ci penetra nell’intimo, coinvolgendo occhi, bocca, gola, stomaco, intestino e persino anima, il caos è totale ed ubiquitario.
Ci riferiamo ovviamente alla scienza della nutrizione ed alla scienza della salute.
Sembra di vivere addirittura in un mondo di matti.
Leggi di tutto e senti il contrario di tutto.
Gente che si presenta in televisione o che mette nero su bianco sui quotidiani e, con tanto di faccia tosta e aria disinvolta, scarica sulla popolazione teorie e idee paradossali che non stanno né in cielo né in terra.
Più antiscientifica e più di parte è un’ideologia, e maggiore credito riceve l’ingaggiato luminare di turno dal gran capo che sta dietro le quinte.
Più elogia lo sgozzatore e il vaccinatore, la chemio ed il bisturi dell’oncologo, il coltellaccio del porcaro e le forbici dei trapana-galline, e più meriti ed onori mette in cascina nell’Olimpo dei falsi dei.

Di chi mai mi devo fidare? Si lamenta giustamente una simpatica e spiritosa amica di Udine.

Fidarsi di chi? mi chiede una interlocutrice.
Dell’insegnante vegano o di quello onnivoro?
Del dietologo tradizionale o di quello zonista?
Del macrobiotico o del crudista?
Del vegetariano o del fruttariano?
Del chiropratico o dello spiritualista?
Del kinesiologo o del pranoterapista?

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Anche Leonardo è morto a 67, e pure Shelton se n’è andato a 90

Arriva Atkins (già morto) ed esalta la bistecca per calare di peso.
Arriva Pauling (già morto pure lui) ed esalta la pasticca di vitamina C sintetica per combattere il cancro.
Morto anche Leonardo di paresi a 67, e morto pure Herbert Shelton a 90, obietterà la Favaro, aggiungendo magari che anche io faccio sciaccalaggio sui morti.
I 67 di Leonardo valgono 200 anni dei nostri, gentile professoressa Favaro.
Se fosse morto anche a 30 anni non cambierei opinione, per l’intensità e l’impegno che ha profuso nella sua vita, per quello che ha creato e inventato, per le lezioni profonde ed eterne che ci ha dato.
Stesso discorso per Shelton, fatte le opportune distinzioni di tempo e di luogo.
Tutti moriamo, vegani e mangiacadaveri.
Non la mettiamo sul piano quantitativo, ma su quello della qualità della vita.
Il discorso sulla più lunga sopravvivenza, nel nostro caso, resta sempre collegato alla qualità, ed è questo che ci preme qui dimostrare.

Tutti bravi e tutti con la loro personale bibbia in mano

Ognuno poi tira l’acqua al proprio mulino, e cerca di convincerti che solo la sua è la chiave giusta per aprire la porticciola magica che porta alla salute ed alla felicità.
A chi credere?
Come fare per orientarsi bene e prendere una via garantita, una strada diretta verso l’illuminazione, e non uno dei tanti sentieri sbagliati che ti portano al caos ed alla perdizione?
Come fare per non finire sulla sponda sbagliata? Continua, petulante e scettica, la ragazza udinese.

Il grosso enigma della controprova

Il problema in tutte le cose, in tutte le situazioni, nei tantissimi esperimenti che si fanno in ogni paese in campo alimentare, è la mancanza costante ed assoluta di controprove.
Il risultato dell’esperimento è la prova.
Ma chi ti garantisce mai che, mangiando e bevendo in modo diverso da quello sperimentato non si ottenga di più e di meglio?
Quella sarebbe la controprova.
Se ottenere delle prove con degli esperimenti è costoso e difficile, figurarsi con le controprove.
C’è gente che bevendo caffè è giunta ai 100 anni.
E’ forse la prova che lo ha fatto grazie alle virtù  salutari del caffè?
Nemmeno per sogno. Sarà vero piuttosto che lo ha fatto  nonostante l’estrema dannosità di tale bevanda.

Il potenziale teorico di vita umana è di almeno 150 anni

Se uno ha il potenziale individuale di vivere 150 anni in piena forma (questa è l’età giusta che il corpo umano potrebbe raggiungere in media se non subisse diecimila attentati alla sua salute), è demenziale sostenere che il mangiatore di bistecche, l’avvinazzato, il fumatore e il caffeinomane, che rare volte arrivano ai 90, rappresentino un buon esempio da imitare.
Servirebbe la controprova, consistente nel tornare indietro ed alimentare quella stessa persona rigorosamente senza carne, vino, sigaretta e caffè, per verificare gli effetti reali con e senza tali veleni.

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La scienza ha stabilito, comunque, che ogni animale ha un arco di vita equivalente circa a 7 volte il tempo di sviluppo corporeo totale.
L’uomo impiega grossomodo 20-25 anni  per mettere assieme la propria struttura ossea ed organica stabile e completa. Conti alla mano, 150 anni non sarebbero affatto un traguardo raro o vietato, se l’uomo usasse più anima e più cervello.

Il metodo indagativo e statistico dei gerontologi

L’unico sistema praticabile, per i gerontologi, è quello di studiare attentamente i gruppi umani omogenei, verificandone le statistiche di vitalità e mortalità in rapporto a come si comportano e a cosa mangiano.
I vegani Hunzas del Pakistan hanno sbalordito il mondo intero, vivendo il doppio della media occidentale in piena salute, con ultracentenari che più volte diventano padri e lavorano attivamente nei loro campi.
Le obiezioni della controparte non hanno tardato ad arrivare.
Mancano prove di uffici anagrafe, qualcuno tiene anche la pecorella, il clima e le acque dell’Himalaya sono situazioni troppo diverse rispetto alle nostre, e così via.

Un testo fondamentale di Robert Pritikin, re del salutismo-clinico d’America

La prova che portiamo oggi non presenta lati oscuri o lati deboli.
Essa inchioda ognuno di noi alla realtà. Mette ognuno di fronte ai fatti concreti.
Viene anche citata dal dr Robert Pritikin, medico americano figlio del rimpianto Nathan Pritikin, che contrastò per decenni le folli teorie di Atkins, oggi ripristinate in Italia dal divo televisivo dr Giorgio Calabrese nella sua Teoria Calabrese del febbraio 2008.
Il best-seller in questione ha per titolo  The Pritikin Weight Loss Breakthrough (Il metodo snellente Pritikin), edizioni Signet-Penguin Books NewYork 1999.
Robert, che non appartiene al movimento sheltoniano, è considerato continuatore del metodo salutare più efficace e scientifico del globo, il metodo Pritikin. 
E’ fondatore del Pritikin Longevity Center, con sedi a Santa Monica in California e a Miami in Florida, con un record di 100 mila malati, spesso in sedia a rotelle, rimessi con successo in attività.
The first 2000 years, I did on my own, the last 38 I owe to Pritikin (I miei primi 2000 anni me la sono cavata a modo mio, gli ultimi 38 li devo tutti ai Pritikin), ha dichiarato l’attore Mel Brooks, uno dei tanti artisti in cura presso la sede di Santa Monica, a due passi da Hollywood.

Ma ogni uomo è estremamente diverso dall’altro, osserva la mia incredula interlocutrice

Ma la mia interlocutrice femminile, pignola e incredula quanto basta, non demorde.
Ti arrivano cento nutrizionisti di 100 scuole diverse, tutti dotati della propria chiave del paradiso.
Tutti pronti a fare i salti mortali per dimostrare che la loro chiave è l’unica ad essere giusta.
Eppoi, non sarà che siamo davvero tutti diversi, per cui a ognuno va meglio un sistema piuttosto che quell’altro?
No cara, ti sbagli davvero.
Non è assolutamente vero che ogni uomo è diverso dall’altro in fatto di alimentazione.
Diverso in carrozzeria esterna, in gusti e cultura, in stile e preparazione, in attitudini e manie, in karma e meriti spirituali, in sesso come noi due, certamente sì. Ma non nel resto.

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Ogni diverso motore esige il suo appropriato tipo di carburante.
L’uomo, re dei primati, ha un motore che funziona magnificamente a zuccheri vivi naturali
(accompagnati dai loro enzimi-vitamine-minerali-colori-acidigrassi crudi)

Come tutti i motori a scoppio vogliono benzina super e quelli a gas pretendono metano, e come quelli a iniezione esigono gasolio, così l’essere umano, da qualunque lembo della Terra provenga, di qualunque sesso-età-colore esso sia, è dotato del medesimo disegno corporale, del medesimo apparato gastrointestinale, del medesimo sangue alcalino, della medesima lattazione infantile basso-proteica (1,3% contro il 3,1 del bovino e del 7,9 del felino), della medesima scarsezza di acido cloridrico gastrico, della medesima assenza di uricasi, del medesimo sistema dentale-mascellare.
Tutti i dati portano inequivocabilmente al medesimo risultato, ad una considerazione finale univoca, logica, superprovata, superscientifica, e cioè che l’uomo è il re dei primati, l’essere più vegano e crudista che esista sulla superficie terrestre.
Ha un motore che funziona essenzialmente e magnificamente a zucchero vero, ovvero a carboidrato vivo e naturale, e dunque a frutta dolce e basso-acida, a materiale amidaceo naturale (carote-patate-zucche), a materiale proteico-vegetale (cereali-frutta secca-semi), in presenza ovvia di tutti i micronutrienti crudi e dell’acqua biologica del succo zuccherino.

Lo dici davvero senza scherzo?  Sì, a lettere cubitali: L’UOMO E’ FRUTTARIANO nel corpo, nello spirito e nella mente, indipendentemente da cosa mangia poi nella sua realtà quotidiana.

Le prove ci sono tutte, e arrivano abbondanti e persino superflue, da ogni settore della conoscenza umana, da ogni dettaglio della natura.
Al punto che, in questo caso, non servono nemmeno le controprove, tanto evidenti e schiaccianti sono le prove di base.
Ma, se proprio uno vuole andare a cercarle, la cosa è molto semplice.
Più ti allontani dalla frutta e dal vegetale crudo e più ti avvicini all’ospedale e al camposanto.
Più sgarri e più ti ritrovi tra i reparti di oncologia e di cardiologia.
Dici proprio davvero, senza scherzi e senza trucchi, che l’uomo è vegetariano totale, soprattutto fruttariano, soprattutto crudista, per disegno e volontà divina?
Sì lo dico e te lo scrivo a lettere cubitali, se è questo che vuoi.
Non lo dico da vegetariano praticante ed esperto, tendenzialmente vegano-crudista, ma da libero ricercatore scientifico, non condizionato e supportato e corrotto da nessuno.

La cosa è sconvolgente. Vuoi che siano tutti dei criminali o degli imbecilli?

Ma la cosa è davvero incredibile, ed è pure sconvolgente.
Capisco gli industriali. Fanno il loro business alle spalle della popolazione mondiale.
Come mai però gli scienziati delle università, i pezzi grossi, i ministri, i governanti, i presidenti delle Camere e dei Senati, i medici e i pediatri, sono tutti schierati con la fettina di vitello, con la coscia di pollo, con la coscia del maiale, con la trippa della mucca e i testicoli del marito, con la bistecca al sangue di cavallo e con lo spezzatino di capriolo?
Come mai tutti coalizzati da 30 anni su B12, ferro-eme, Omega3, vaccinazioni, pesticidi, fertilizzanti, ormoni della crescita, supplementazioni mineralvitaminiche, diete low-carb e a stadi e a gruppi sanguigni?
Vuoi che tutti siano dei criminali?
Vuoi che siano tutti dal primo all’ultimo un branco di imbecilli?
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E’ il classico marciume della politica: servire l’economia, l’industria, la borsa e la speculazione

Guardo negli occhi l’amica, e dico che effettivamente è così.
Il giudizio ultimo lo potrà dare magari soltanto il Creatore.
Ma, indipendentemente dai valori che ognuno ha dentro di sè, la gente citata è, il più delle volte, gente deviata, cioè privata della propria bussola, cioè ipnotizzata e legata ai grossi interessi evidenti e nascosti, consci ed inconsci, che essa si trova a dover rappresentare. 
Sono persone vendute ed alienate agli interessi del partito, della politica, dell’industria, ai perversi meccanismi del potere.
Per loro la gente è solo un valido serbatoio di voti.
Tutto il resto viene assolutamente prima. Si serve il potere e non il popolo.
E’ il classico lato marcio della politica asservita all’economia, alla borsa, all’industria ed alla speculazione.

Si sta avverando la profezia di Chiefe Seattle. Quello che accadrà agli animali accadrà pure all’uomo.

Bazzicano nell’errore e nell’ignoranza più nera, e pretendono che la loro precaria condizione culturale venga condivisa dal mondo intero.
Il potere si è specializzato nella schiavizzazione dei più deboli e dei più indifesi, cioè dei poveri animali, privandoli della libertà di muoversi, di amare i propri congiunti e la propria prole, privandoli del diritto di nascere e morire normalmente.
Gli hanno imposto il martirio delle catene e quello farabutto della macellazione.
Forte di quella esperienza ormai centenaria, il potere ha capito che, per ottenere la quadratura completa del cerchio, è indispensabile schiavizzare anche gli animali a due gambe, ovvero la popolazione mondiale, togliendo alla medesima la libertà di pensare, di muoversi e di stare sani.
Si sta avverando in pieno la profezia del capo indiano Chiefe Seattle: L’uomo bianco tratti gli animali di queste terre come fossero suoi fratelli, perché qualunque cosa accade a loro, accadrà anche agli uomini, essendo animali e uomini parte di una stessa anima e di uno stesso fato.

Siamo preda di una congrega di gangster internazionali, del Codex Oncologicus

E siamo infatti manovrati da un manipolo di gangster internazionali, di trust legati l’uno all’altro, di industrie amiche per la pelle, difese dalla legge e dai servizi segreti.
Siamo in balia della Bayer e della Novartis, della Pfizer e della GlaxoSmithKline, della Roche e della Monsanto.
Siamo nelle capienti mani di George Soros e di Bill Clinton, di Bill Gates e degli eredi Rockefeller.
Siamo nelle maglie di Barack Obama, giovanotto simpatico e di belle speranze, prescelto per addolcire esteriormente l’amarissima pillola americana.
Siamo tutti schiavi del Codex Alimentarius, denominazione sviante, impropria e sibillina, che dovrebbe essere chiamata Codex Chimicus, Codex Pharmaceuticus e Codex Oncologicus.

E le tante medicine alternative, non sono forse dei modi per risolvere il tutto?

Ma, tornando alla dieta sicura per la salute, è vero che le specialità omeopatiche, ayurvediche, kinesiologiche, iridologiche, non sono determinanti?
Non farmi dire cose imbarazzanti.
Ogni settore ha qualche aspetto positivo.
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Ma, nei casi citati, come in tutte le medicine alternative, si opera coi ghirigori e i fiocchetti della superficie, validi soprattutto quando uno sta essenzialmente bene.
Il problema fondamentale resta l’alimentazione, il respiro, il sole, l’attività fisica, la postura spirituale.
Il punto chiave è l’intestino.

Non tenermi sulle spine. Tirami fuori questa controprova decisiva.

Ma allora, abbiamo finalmente scoperto il modo per non ammalarci mai.
Basta evitare carne, pesce, uova, latticini, caffè, the, bibite, farmaci e vaccini.
Vuoi dirmi che, usando accuratamente questi accorgimenti, diventiamo sani e a prova di bomba?
Guarda che io sono stufa di provare il medico Tizio, il nutrizionista Caio e il terapista Sempronio.
Continuo a soffrire di problemi gastrointestinali e nessuno mi ha finora aiutata.
Sei sicuro di quello che dici?
Certo, non lo dico io.
Lo dice il nostro corpo.
Lo confermano le prove e le controprove.

Tirami fuori la prova. La guardo e rido divertito. Ti tirerei fuori qualcos’altro.

Dai, allora, tira fuori questa controprova decisiva.
Non tenermi sulle spine, sbuffa lei, con un’aria tra il petulante e il provocatorio.
Ti tirerei fuori qualcos’altro.
Dai non scherzare.
Voglio la prova che taglia la testa al toro. 
Quella capace di stroncare tutti i dubbi e tutte le polemiche.
Quella capace di far arrossire, impallidire e svergognare tutte le rubriche televisive sui cibi e la salute.
Tutte le infami pagine salutistiche dei quotidiani e delle riviste di regime.
Guarda che se non me la fornisci, o se mi porti un argomento poco convincente, ti chiavo.
Non puoi, non è pertinenza tua farlo. Almeno quello lo devi lasciar fare al maschio.

Non ti porterò i soliti dati triti e ritriti, che potrebbero annoiare me stesso per primo

In ogni caso non ti darò argomenti per ulteriori obiezioni.
Andiamo dunque alla controprova.
Niente Hunzas e niente montanari, niente Vilacamba delle Ande, niente Bantù o Boscimani africani.
E nemmeno Mormoni o Avventisti del Settimo Giorno.
Non ti parlerò dei legionari romani, che vivevano di orzo abbrustolito, frutta e verdura.
Non tirerò fuori i guerrieri spartani e i maratoneti di Olympia, vegani fino all’osso del collo.
Non citerò i classici, greci e non greci, dell’antichità trascorsa, vegani e con l’intelligenza ai massimi livelli, comprovata dalle loro opere immortali.

Ti parlerò di una situazione attualissima e tastabile.
Basta un viaggio aereo per vacanza istruttiva, alternativa magari alle Maldive o a Sharm El Sheik.

Ti parlerò di una situazione odierna, e di un paese accessibile e temperato.
Di uno stato civilizzato dove esistono uffici-anagrafe e uffici-statistiche.
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Ci puoi andare anche subito, anziché finire sempre ad arrostirti al sole, tra Mombasa, il Mar Rosso e le Maldive.
Si chiama Arizona, e ci vive una popolazione autoctona chiamata Indiani Pimas.
Parliamo di gente di origine asiatica che approdò in America tramite lo Stretto di Bering 30.000 anni prima di Cristoforo Colombo e di Amerigo Vespucci, quando l’America non si chiamava ancora America, ma Nuova Asia, o forse nemmeno così.

Millenni di vita sana grazie al clima torrido e all’acqua dei canali

Per millenni, gli Indiani Pimas vissero bene ed in piena armonia con se stessi e la natura, stabilendosi in due zone precise e prospicienti che sono l’Arizona (grande piana desertica degli USA) e la Sierra Madre (altipiano del Messico).
Per millenni mantennero le loro usanze salutiste e si trovarono magnificamente con le proprie diete vegane, favorite dal clima torrido e dagli ingegnosi sistemi di irrigazione artigianale che offrivano loro abbondante frutta e verdura per docici mesi l’anno, con pesche ed albicocche già a gennaio-febbraio, le ciliegie a marzo e l’uva a maggio, con pompelmi e ananas, bacche tropicali e banane, datteri ed avocadi.

I Lanzichenecchi del Far West e il drammatico cambiamento del 1900

Tutto cambia drammaticamente nel 1900, quando i conquistadores bianchi prendono il controllo dei territori e cambiano il corso dei fiumi, per cui i fertili orti, frutteti e giardini dell’Arizona ridiventano squallido, arso ed inospitale deserto.
Sopravviene una distruzione della cultura, degli stili di vita, delle abitudini alimentari.
L’intera popolazione Pimas, che viveva essenzialmente di carboidrati organici non raffinati, crudi o poco cotti, tipo mais, zucche e patate, meloni e frutta, germogli e verdure, viene all’improvviso costretta a rivolgersi ai grossi supermercati cittadini, e viene incanalata verso diete proteiche e grasse al 40%, con effetti visibilmente devastanti.

Oggi, anno 2009, i Pimas dell’Arizona detengono il record mondiale del diabete  NIDDM

Già negli anni 50 i Pimas soffrono di diabete e di obesità in modo grave e diffuso.
Ma oggi, anno 2009, avendo essi subìto per primi la politiche della FDA, della NDC (National Dairy Council), delle compagnie farmaceutiche, dei fast food e della Coca-Cola, detengono il poco invidiabile record mondiale di NIDDM (Non-Insulin Dependent Diabetes Mellitus) e di obesità.
Il diabete, come ben sappiamo, predispone a molte altre terribili malattie.
Il diabete è come un albero cattivo con molti rami virulenti che si chiamano sovrappeso, fallimento renale, cecità, claudicazione, cancrena, ictus e infarto, tumori e cancro, morte precoce.

In Friuli, pur vantando diversi record negativi nazionali, non siamo ancora a quel punto

Sì, d’accordo. Ma dove vuoi arrivare con questo?
Tantissima gente al mondo è in quelle condizioni.
Guarda che anche a Udine non si scherza mica.
No, guarda che ho parlato di record mondiale di NIDDM.
E poi, nel caso di cui parlo, abbiamo pure la famosa controprova.

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I  fortunati e nerboruti Pimas della Sierra Madre, uno dei popoli più sani al mondo

Ci sono infatti gli altri Pimas, stessa esatta razza, che nel 1900 era addirittura identica in tutto e per tutto alla controparte arizoniana.
Vivono sull’altipiano Sierra Madre, in una zona chiamata per l’appunto Pimeira.
Questi Pimas messicani, non essendo stati disturbati dai carovanieri  fucile-crocifisso, dai lanzichenecchi lazo-pistola del Far West, hanno mantenuto dal 1900 ad oggi le stesse medesime usanze di allora, le antiche virtù vegane.
I Pimas dell’Arizona, che nel 1900 erano identici in tutto e per tutto a quelli della Sierra Madre, sono diventati la comunità più obesa e malata, non degli Stati Uniti, ma del pianeta Terra.
E questa è  la prova.
I Pimas della Sierra Madre, al contrario, sono rimasti gli stessi di allora, con tutte le straordinarie doti e caratteristiche di un tempo.
E questa si chiama, in termini tecnici,  la controprova.

La dieta della salute studiata da delegazioni di gerontologi e salutisti da tutto il mondo

La loro dieta era ed è tuttòra al 63% di carboidrati vivi e grezzi, 13% proteine vegetali, 23% grassi vegetali (aloe, avocado, cactus, erbe grasse, radici, manioca) e 1% di alcol.
Mangiano tortillas di mais, gaspacho o zuppe vegetali con carote e zucche, pomodori e peperoni, prevalentemente crude, meloni, angurie, patate, melanzane, cetrioli, zucchini, tegoline, riso integrale, frutta e germogli in abbondanza. Sono magri come fuscelli e muscolosi come atleti olimpici.
Pesano in media 28 kg meno dei Pimas americani, un’enormità in termini statistici.
Ci sono ormai delegazioni di gerontologi e salutisti da ogni parte del mondo, che li visita per scoprire il segreto della loro invidiabile salute, della loro forma fisica e della loro longevità.

Il caso Pimas, ovvero la peggiore spina nel fianco al sistema nazista che domina il mondo

Questa è la controprova. Quella che taglia la testa al toro, come pretendevi.
Nessuna CIA, nessun FBI, nessuna Scotland Yard al mondo la potrà ignorare od insabbiare, come è stato fatto impudentemente con l’esperimento Cambridge-2000.
Se i padroni del vapore potessero oggi lanciare una nuova atomica, magari con la scusa dell’errore, la farebbero cadere non in Iran o in Corea del Nord, ma proprio sull’Arizona e sulla Pimeira, nel tentativo di cancellare queste prove scomode ed imbarazzanti.
Il caso Pimas rappresenta oggi la peggiore spina nel fianco per il sistema nazista che governa il mondo.

Maledetti questi rompiballe di Indiani

Ed ora, mi dovrai pure rispondere. Chi chiava chi?
Hai ragione. Mi hai convinto. Ho perso la scommessa.
Peggio per te, così, anche stavolta vai in bianco, e ti accontenti igienisticamente di sublimare. Ciao ciao.
A volte è davvero meglio essere meno convincenti e dare ragione alla gente.
Maledetti questi rompiballe di Pimas  …

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)