Fluidificazione sangue in contrasto alla necrosi

{jcomments on}11 Maggio 2009
 
Un atleta che cade dalla moto rovinandosi una gamba

La Gabriella, mi ha telefonato oggi da Roma.
E’ animata da ammirevole e nobile amore materno.
Sta giocando tutte le carte possibili per fare in modo che il figlio Valerio, di 32 anni, riesca a salvare un proprio arto massacrato.
Atleta, pallanuotista, nuotatore (faceva 3 ore al giorno di piscina), patito di ginnastica e palestra, era in ottima forma fino a 2 anni fa, quando ebbe un incidente con la moto, con maciullazione della gamba sinistra, e piede ciondolante per lo scoppiamento dei tendini.

Una prospettiva non rosea e non facile di trapianto osseo

La diagnosi fu di rottura completa dell’astràgalo, della tibia e del perone, nonché del crociato e della parte posteriore del ginocchio, e disfacimento del malleolo.
Al pronto soccorso e al reparto ortopedia fecero del loro meglio, con operazioni (a più riprese) di ricostruzione ossea, di ricreazione calcagno e di risistemazione tendini, e con ricorso a protesi metalliche di supporto.
Varie cure sono state tentate presso diversi specialisti, incluso il dr Costa, famoso per gli incidentati delle moto.
In questo momento, il ragazzo è in cura presso il dr Giannini, che pare non trovi soluzione migliore di quella piuttosto estrema ed ansiogena del trapianto osseo.

C’è qualcosa che si può fare in alternativa o in concomitanza alla cura Giannini

Le ultime ricostruzioni, che hanno pure implicato il ricorso a protesi metalliche di supporto, non hanno avuto un decorso favorevole, per cui il recupero e la guarigione risultano essere problematici.
Esiste infatti un problema di scarsa circolazione sanguigna e di conseguente necrosi ossea locale.
C’è qualcosa che si può fare in alternativa od anche in concomitanza con le cure a cui sta pensando il dr Giannini?
La dieta estiva cui il figlio ricorre regolarmente da anni è, nella definizione e nelle intenzioni del Valerio, una  dieta per atleti tesa a mantenere la massa magra, e consiste in pasta al ragù o al pomodoro (comunque in primi piatti vari prevalentemente cotti), in petto di pollo o altro secondo a base di carne, a 3-4 uova e formaggi vari quasi tutti i giorni, a un piatto di verdura.
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Le fratture  da incidente stradale sono a volte micidiali

Le fratture sono un fatto traumatico e implicano dunque inevitabili interventi di emergenza, indipendentemente da cosa ne possiamo pensare in senso critico o non critico.
Di sicuro la dieta non c’entra con quel brutto incidente.
Vegetariano o no il padrone della gamba, qualunque tipo di gamba umana al mondo sarebbe rimasto massacrato in una caduta rovinosa e drammatica di quel tipo.
A volte, in altri tipi di incidenti meno traumatici,  le fratture possono pure essere collegate alla dieta nel senso che un certo tipo di alimentazione può portare ad osteoporosi e a friabilità ossea, e quindi a delle fratture che si sarebbero potute magari evitare.
Ma è un discorso che non vale in questo caso.

L’importante ruolo della dieta

Perché dunque tirare in ballo la dieta?
Perché la dieta potrebbe aver giocato un ruolo negativo nel periodo post-incidente, e potrebbe anche giocare un ruolo (si spera positivo) nella situazione odierna.
Ci troviamo infatti di fronte a una famiglia normalissima, non vegetariana e non igienista, per quanto salutismo intenzionale ci sia in questo giovane votato all’attività fisica intensa e dunque, in teoria, alla massima forma e salute possibile.

Carni, formaggi, uova, cibi cotti, non sono per niente la dieta ideale per atleti e praticanti di sport

Osservo che non si deve mai adottare una dieta ai fini di raggiungere o mantenere una massa muscolare magra o grassa, ma occorre piuttosto una dieta sana e disegnata sulla propria conformazione corporale.
Massa magra o grassa dipenderanno poi dall’attività muscolare che ognuno è in grado di svolgere.
Carne, formaggio, uova, cibi cotti non erano e non sono in ogni caso cibi ideali per l’atleta, il nuotatore, il calciatore, il ginnasta.
Questo è un errore ideologico e pratico, tanto grave quanto incredibilmente diffuso in ambito agonistico e sportivo.
Prendere l’energia dalle proteine, anziché dai carboidrati vivi, è scegliere la via più lunga, insalubre ed antieconomica.
Come spesso diciamo e ripetiamo, sangue non fa sangue, latte non fa latte e proteina non fa proteina.
Il miglior sangue, scorrevole e perfetto, e le migliori proteine, si ottengono dalle vedure verdi e crude, nonché dalla frutta matura e colorata.
Se si vuole avere un sangue fluido, pronto a ripulire le cellule e poi a nutrirle in continuazione, e il più rapidamente possibile, occorre evitare i clamorosi errori che fanno quasi tutti.

La medicina non offre soluzioni valide

Occorre cioè evitare di imbottirsi di proteine animali, indigeste ed intasanti, acidificanti ed ossidanti, putrefacenti ed uricemizzanti.
La medicina purtroppo non offre rimedi in questo campo, se non con le iniezioni di eparina la quale, come tutti i farmaci, è droga e si comporta da droga, per cui dà stimolo e dipendenza, richiede successivo aumento delle dosi, e alla fine non risolve niente.
L’eparina vale al massimo come strumento di emergenza e niente altro.

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La medicina aiuta ancora meno a livello di dieta, essendo essa schierata il più delle volte a fianco del latte-carnivorismo, nonché delle soluzioni farmacologiche e delle stampelle chimiche (integratori e supplementi mineral-vitaminici).

L’unico guaritore perfetto è il corpo stesso

Noi non siamo dei guaritori.
In effetti nessuno al mondo può considerarsi guaritore.
Si può essere al massimo buoni o cattivi consiglieri, ottimi o pessimi assistenti sanitari, ottimi o mediocri aggiustatori e riparatori d’emergenza.
L’unico guaritore finale è infatti il corpo stesso del paziente, col suo sistema immunitario e col suo potere di ripristino e di auto-guarigione.
Noi, da salutisti naturali e vegani quali siamo, propendiamo decisamente per la cura della non cura o meglio della non-interferenza.
Siamo infatti a fianco di Ippocrate.
La Natura è sovrana medicatrice dei mali (non i medici o i terapisti, non i farmaci, non i trattamenti, ma la natura, ovvero il sistema di riequilibrio interno), e  Primo non nuocere, sono la nostra legge primaria che teniamo a rispettare, a differenza della medicina la quale, nonostante il giuramento dei nuovi medici al loro antico maestro, lo tradisce in mille maniere.

Meglio usare l’ecologica e sana bicicletta e andare per le piste ciclabili

I miei consigli filosofici e naturopatici non intendono contraddire quanto il dr Giannini intende fare in questo caso piuttosto delicato.
Personalmente sono, è ovvio, contro operazioni e trapianti nel limiti del logico e del possibile.
Ma il medico è lui, è dotato di sicura preparazione e professionalità, e si può pure prendere tutte le responsabilità tecniche e legali del caso.
Per legge, anche volendo, non potremmo mai esprimere giudizi vincolanti o decisivi in antitesi con la figura legale del medico.
Quello che noi, medici e non, potremmo dire ai ragazzi tutti, è quello di usare preferibilmente la bicicletta e le piste ciclabili, onde evitare di trovarsi di fronte a questi drammi che interrompono e sconquassano drasticamente la vita di troppi giovani e di troppe famiglie.
Nel caso di Valerio, questo discorso non vale, visto che il fattaccio è già avvenuto.

Un sistema nutritivo adatto a massimizzare la salute e la fluidità del sangue

A questo punto, in risposta alla gentile signora Gabriella, posso solo consigliare la mia filosofia dietologica che per Valerio, trapianto o non trapianto, può ottimizzare la sua salute ed in particolare la fluidità del suo sangue.
Suo figlio, poco importa la dieta che ha usato finora, rimane una persona umana, cioè fruttariana per disegno e impostazione biochimica.
Come tanti atleti, crede evidentemente nella sostanza e nella proteina, anche perché  lui si sentiva comunque benissimo prima dell’incidente.
Tuttavia, deve rendersi conto che a 32 anni è facile per un atleta stare in buona salute, e non rendersi conto che va sicuramente accumulando problemi fisici e nodi che vengono al pettine a scoppio ritardato.
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La presente dieta causa sangue rallentato, causa radicali liberi e causa uricemia

Uno dei problemi è ad esempio il progressivo avvelenamento ed appesantimento del sangue, che con le proteine animali diventa troppo denso e poco scorrevole, oltre che acidificato.
La dieta finora seguita comporta altri due grossi inconvenienti, entrambi in grado di pregiudicare il processo di recupero in corso.
Primo, è una dieta di carattere spiccatamente ossidativo, che comporta rilascio di molti radicali liberi.
Secondo, è una dieta uricemizzante, per cui l’acido urico, non trattato dal mancante enzima uricasi (che si trova solo negli animali onnivori), finisce per causare ulteriori danni al sistema osseo.
Nella delicata fase di recupero in cui egli ora si trova, diventa a maggior ragione fondamentale un perfezionamento delle condizioni biochimiche e del proprio liquido vitale.
Raccomando dunque a Valerio di crederci, e di cambiare radicalmente le sue attuali idee e preferenze in fatto di alimentazione.

Mai darsi per vinti

Non è cosa facile, lo so. Anche perché, viste le condizioni davvero precarie del suo arto, tale ulteriore sacrificio potrebbe persino non bastare, o potrebbe pure essere tardivo.
In ogni caso bisogna crederci, bisogna non darsi mai per vinti.
A 32 anni si deve credere nelle proprie possibilità di recupero.
Altre cose che posso suggerire riguardano il comportamento in genere.
Movimento sì, anche se nelle sue attuali condizioni dovrà ridurre gli sforzi, e puntare al rilassamento, allo stretching coordinato di entrambe le gambe, evitando pure che la gamba destra, fungendo da arto di appoggio, non si sviluppi troppo in rapporto all’altra, col passare del tempo.

Rispetto maniacale delle regole salutari

Sole e salsedine sì, ma questo non è un problema perché Valerio adora il mare.
Cure termali e massaggi sì.
Riposo alternato al movimento sì. Sonno regolare anche.
Rispetto maniacale della regolarità nei cicli alimentari anche.
Ciò significa che i due pasti principali, alleggeriti e intercalati da due merende pomeridiane di frutta, e anticipati al mattina da due colazioni a base di frutta, si faranno entro il ciclo della appropriazione
(ore 12- ore 20), mentre dalle 20 alle 4 am niente cibi o bevande (ciclo della assimilazione), e dalle 4am alle 12 solo frutta (ciclo della eliminazione.

Il proprio corpo non tradisce mai

Ricordarsi infine che il corpo lavora sempre a proprio vantaggio e a proprio favore, e mai contro.
Se c’è pertanto una singola chance di recupero, il corpo saprà sfruttarla al meglio, a condizione di lasciarlo lavorare in pace e senza troppe interferenze.
Purtroppo, le tante operazioni subite hanno di sicuro reso il sangue, ed anche le ossa, più acide del normale. A maggior ragione serve una dieta leggera, purificante, alcalinizzante.
Frutta a più non posso, con in testa le fragole, i lamponi, l’uva ribes, l’uva, le ciliegie e, più avanti i fichi, che si possono consumare in ottima accoppiata col pop-corn preparato in casa (non salato e non
zuccherato).
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Lo schema basilare di alimentazione sana e naturale, non varia nelle scelte principali

Da rilevare che i miei schemi dietologici basilari non variano molto, e si applicano a tutte le situazioni, visto che la salute è un obiettivo costante per tutti, e che le uniche sostanze sane sono le medesime.
Ognuno poi nel suo settore e nella sua personale situazione potrà fare qualche adattamento, soprattutto coi quantitativi, in base alle proprie condizioni, aumentando qualcosa e diminuendo qualcos’altro. L’importante è capire che, nella scelta salutistica-naturale, vanno rispettati i principi di base, mentre si può giochellelare un po’ coi dettagli, e si può a volte accettare qualche innocente compromesso, a patto che l’esclusione da carne-latte-uova-pesce-zucchero-sale-caffè-the-alcol-farmaci, sia rigoroso.
Sarà indispensabile fare due giorni di digiuno totale ad acqua distillata per facilitare il nuovo sistema.

DIETA DELL’ATLETA CHE DEVE FLUIDIFICARE IL PROPRIO SANGUE

Prima colazione ore 7: Succo fresco di agrumi a scelta, oppure abbondante piatto fragole e pesche
                                    
Seconda colazione ore 9:  Pop-corn e fichi, oppure pop-corn e banane, oppure albicocche

Terza colazione ore 11: Uva ribes e ciliegie, oppure grappolo uva, oppure melograno

Pranzo ore 12: 1) Terrinetta di verdure crude più olive, accompagnato di pane integrale a più cereali
                             (lattuga-radicchio-rucola-ravanelli, oppure cavolo cappuccio verde e viola più cipolla,
                             oppure carciofi crudi e finocchi crudi, con l’aggiunta di un avocado).
                         2) Cereali tipo riso nero o riso integrale, oppure miglio e grano saraceno.
                         3) Patate, patate dolci, zucche, topinambur, oppure piselli e tegoline, oppure peperoni,
                              zucchini e melanzane, oppure verdure cotte al vapore, oppure asparagi
                         4) Manciata di mandorle e pinoli, oppure noci e noccioline, oppure pistacchi e arachidi.

Prima merenda ore 16: ciliegie, more di rovo o di gelso, oppure mele e pere.

Seconda merenda ore 18: Succo fresco di carote e sedano o carote ed ananas o carote e mele.

Cena ore 20: Come a pranzo alternando e cambiando i singoli componenti.
                     A giorni alterni, sostituire la cena alle verdure con una terrina di fiocchi d’avena bagnati nel
                     latte di grano saraceno o latte di riso, spruzzato con farina di semi di sesamo-girasole-lino.

Il problema pressoché insolubile dei farmaci in caso di altre operazioni

Il guaio insolubile è quello dei farmaci che non dovrebbero mai starci in uno schema del genere, ma che invece, nel caso di Valerio, potrebbero diventare indispensabili in seno ad eventali nuove operazioni ricostruttive, cui egli fosse costretto a subìre.
Qualora la Gabriella volesse usufruire della consulenza e delle terapie erboristiche ed igienistico-naturali
della ABIN-Bergamo,  può sempre contattare Carmelo Scaffìdi ( HYPERLINK “mailto:ale00@freemail.it” ale00@freemail.it, tel 035-340802), per eventuali consigli terapeutici di indirizzo igieni stico-naturale.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
                         – Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)